A come Autunno, A come Aglio

Autunno e Aglio: un’abbinata vincente!
Parliamone un po’.

Cammino su uno dei viali lungo i quali amo passeggiare: un tappeto di foglie cadute dagli alberi si stende davanti a me. Foglie gialle o rosse, qualcuna già secca e scricchiolante sotto i miei piedi, altre già fradice per le piogge autunnali.
Autunno. È già arrivato. I sandali tolti dalle scatole in cui hanno riposato per la stagione invernale, i maglioni e le felpe riposti sul ripiano più alto dell’armadio, il piumino portato in tintoria, le magliette estive sistemate nei cassetti: sembra ieri, eppure…
Eppure l’autunno è già qui, con il suo carico di castagne, di cachi, di piogge e di tramonti dorati, di giornate a scuola per scolari e studenti e di… malattie di stagione!
Autunno. Tempo di raffreddori e di virosi e, purtroppo, anche di malattie un po’ più gravi.

Che fare per affrontare, anche a tavola, autunno e inverno nel migliore dei modi? Mangiare bene, ovviamente!
“L’uomo è quello che mangia” – diceva Feuerbach qualche decennio fa, ma già i grandi Medici del passato – a partire da Ippocrate – erano consci di questa grande verità.
Ricordo quando, da ragazzina, lessi questa frase per la prima volta, su un settimanale: sulla pagina vicina, c’era la fotografia di un quadro dell’Arcimboldo… una pura casualità? Forse, ma io ho associato – per sempre – l’immagine d’una persona che, mangiate frutta e verdura a volontà, si ritrova delle guance “vellutate come pesche”.

L’uomo è quello che mangia. E quindi… cosa mangiare per affrontare, dal punto di vista dell’alimentazione, l’autunno e l’inverno in maniera adeguata?
I consigli per la “sana alimentazione” valgono, ovviamente!, per 12 mesi l’anno: no ai cibi-spazzatura (merende e merendine industriali, ricche di zucchero e di grasso, bibite zuccherate in bottiglia, in lattina e in bricchetto, pane conservato per mesi in sacchetti di plastica, sughi pronti super-salati…), sì a frutta e verdura “di stagione” a volontà, a proteine e carboidrati “nella giusta misura”, in base all’età, all’attività fisica e alle eventuali patologie presenti!

Durante l’autunno-inverno, però, ci sono alimenti particolari, che possono essere d’aiuto (ne abbiamo già parlato su queste stesse pagine): l’AGLIO è il primo fra tutti.

AGLIO, ma… quale aglio?

Aglio bianco, aglio rosa, aglio nero, aglio rosso, aglione: ce n’è per tutti e per tutti i gusti!
Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Aglione

L’aglione è una varietà di Allium ampeloprasum var. holmense, tipica della Val di Chiana, in Toscana. Si distingue dall’aglio per le dimensioni (uno spicchio arriva a pesare 70-80 gr, mentre i bulbi superano il mezzo chilo!) e per il sapore meno invasivo e più dolce rispetto a quello dell’aglio (1).

Aglio rosa

Ha sapore più delicato e aromatico rispetto all’aglio bianco; se ne conoscono diverse varietà: aglio rosa di Nicastro, aglio rosa di Primaticcio; si consuma soprattutto crudo, in insalata con i pomodori o sulla bruschetta. Anche la Francia ne vanta una sua varietà particolare: l’aglio rosa di Lautrec.

Aglio rosso

Sapore deciso e aroma molto intenso, conferiti dalla maggior concentrazione di allicina: l’aglio rosso cresce e matura sotto il sole di Sicilia, a Nubia, una frazione in provincia di Trapani.

Aglio nero

Si tratta, in realtà, di aglio bianco opportunamente fermentato (in ambiente a umidità e temperature controllate, senza l’uso di conservanti). “Nato” in Corea del Nord nel 2004, ha presto “invaso” il mondo. Gli spicchi sono morbidi e cremosi: molto alla moda negli ultimi anni, l’aglio nero è molto apprezzato perché è molto più digeribile degli altri tipi di aglio, non ha odore e non lascia tracce nell’alito.

Aglio bianco: il più noto.

L’aglio bianco è il più comune: se ne conoscono moltissime varietà ed è coltivato in diverse parti del mondo.

Viene utilizzato come alimento e come farmaco da almeno 5000 anni.
Era noto ai Vashnava e ai Taoisti, che raccomandavano di non assumerlo perché lo ritenevano in grado di scatenare passioni violente ed eccessi (Enrico IV d’Inghilterra ne consumava grandi quantità per mantenersi “arzillo e prestante anche in età avanzata”), agli Antichi Egizi, ai Greci e ai Romani.

Nell’Antico Egitto, aglio e cipolla venivano considerati simboli del divino, entità fisiche in cui una divinità si incarnava, mentre a Roma questi stessi ortaggi venivano lasciati alle classi più umili, contadini e soldati, e alle persone dai gusti non raffinati (già, gli Antichi Romani non conoscevano l’aglio nero…).

Su queste stesse pagine ho già parlato dell’Aceto dei Quattro Ladri (a base di aglio), dell’esperienza del giornalista Lelord Kordel, della “penicillina russa” e dell’epidemia di influenza che nell’inverno tra il 1972 e il 1973 risultò “devastante” nella maggior parte dei Paesi, ma decisamente più benigna in Italia (“Aglio e dintorni…”).
L’aglio, quindi, può esercitare una potente azione curativa nei confronti di diverse patologie, come testimoniato dai numerosi articoli pubblicati, anche negli ultimi anni, da prestigiose riviste mediche (2, 3, 4, 5, 6).

Come utilizzare, quindi, questo prezioso ortaggio?

Principessa delle ricette di cucina è sicuramente la MINESTRINA D’AGLIO (dose per una persona):

-ingredienti: aglio, olio extravergine di oliva (evo), pastina (meglio se all’uovo e di piccole dimensioni), acqua
-in un pentolino, faccio dorare 1-2 spicchi d’aglio ben schiacciati in 2-3 cucchiai d’olio evo
-quando l’aglio è dorato, aggiungo un piatto d’acqua fredda; lo verso velocemente, in modo da creare l’emulsione olio-acqua e senza creare schizzi
-porto a ebollizione e aggiungo la pastina e faccio cuocere
-a fine cottura, tolgo l’aglio (che può comunque essere mangiato), aggiusto di sale e aggiungo qualche erba aromatica o qualche spezia (prezzemolo, per esempio, o curcuma con un pizzico piccolo-piccolo di pepe, o peperoncino…)

…e da bere? La TISANA ALL’AGLIO, naturalmente!
-ingredienti: un limone, meglio se non trattato (in caso contrario, bisogna lavarlo accuratamente per togliere ogni traccia di pesticidi: io uso un po’ di sapone di marsiglia e, in successione, qualche minuto in acqua e aceto e qualche minuto in acqua e bicarbonato), aglio, acqua
-metto il limone in un pentolino stretto e alto, aggiungo l’aglio ben schiacciato e copro d’acqua “a pelo”
-faccio bollire per 7 minuti esatti, scolo, filtro e bevo (tiepida o fredda). Se correttamente preparata, la quantità di liquido che ottengo è sufficiente per riempire una tazzina da caffè.
Desidero richiamare la vostra attenzione sul fatto che queste sono ricette per preparati salutari, non prescrizioni di tipo medico, magari in sostituzione di farmaci o di altri presidi di tipo medico!
Aglio in piatto di ceramica

Foto di Cats Coming in Pexels.

Bibiografia:
1.https://www.aglione.it/
2.https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0753332219353521?via%3Dihub
Yan Zhang, Xingping Liu, Jun Ruan, Xuan Zhuang, Xinzong Zhang, Zhiming Li. Phytochemicals of garlic: Promising candidates for cancer therapy. Biomedicine & Pharmacotherapy Volume 123, March 2020, 109730
3.https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4366009/
Holly L Nicastro, Sharon A Ross, John A Milner. Garlic and onions: Their cancer prevention properties. Cancer Prev Res (Phila). 2015 Jan 13;8(3):181–189. doi: 10.1158/1940-6207.CAPR-14-0172
4.https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35193446/
Vitor Massami Imaizumi , Lucas Fornari Laurindo, Barbara Manzan, Elen Landgraf Guiguer , Marie Oshiiwa, Alda Maria Machado Bueno Otoboni, Adriano Cressoni Araujo, Ricardo Jose Tofano, Sandra Maria Barbalho. Garlic: A systematic review of the effects on cardiovascular diseases. Crit Rev Food Sci Nutr. 2023;63(24):6797-6819.doi: 10.1080/10408398.2022.2043821. Epub 2022 Feb 23.
5.Karina G Pérez-Rubio, Miriam Méndez-Del Villar, Marisol Cortez-Navarrete. The Role of Garlic in Metabolic Diseases: A Review. J Med Food. 2022 Jul;25(7):683-694. doi: 10.1089/jmf.2021.0146. Epub 2022 Jun 8.
6.https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37605421/
Pankaj Kumar Chaurasia, Shashi Lata Bharati , Sunita Singh. Garlic against Heart-related Ailments: Chemistry, Pharmacology, and Future Perspective. Mini Rev Med Chem. 2024;24(5):521-530. doi: 10.2174/1389557523666230821102512.

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