Aiuto!, il mio frigorifero è impazzito! secondo me, non ha capito che siamo in inverno e teme d’essere stato trasferito all’equatore…
Qualche giorno fa, offrendo un bicchierino di limoncello a un ospite, mi sono ritrovata in mano una bottiglia di liquore… completamente ghiacciata! Ghiacciata. Congelata. Un blocco unico di ghiaccio giallo!
Incredula, ho guardato l’etichetta: 22% di alcool!!!
Quindi… la temperatura della sezione “congelatore” del mio frigorifero è scesa sotto lo zero di almeno 22°C!
Incredula, guardo prima la bottiglietta e poi il display, che continua a segnare -20°C.
Sgelo il liquore e per un paio di giorni non ci penso più.
E così, due giorni dopo, quando infilo la mano nel congelatore, mi ritrovo in mano una specie di nevischio, del ghiaccio morbidissimo, soffice come schiuma!
Spalanco lo sportello e…pure gli occhi! Tutti i contenitori sono coperti di brina: un centimetro di ghiaccio riveste le pareti. Sembra uno di quei film di fantascienza in cui tutto gela: oggetti, alberi, animali, esseri umani… con ovvie conseguenze.
Consulto un Tecnico, che sentenzia: “le sonde sono andate!”
Andate? E dove? Il frigorifero non si è mai mosso dalla sua nicchia tra il forno e la finestra!
Ovviamente, non espongo le mie perplessità al Tecnico: mai contrariare gli esperti!
Suggerisce anche la possibilità d’una microfrattura a carico dei tubicini che regolano il flusso del gas interno, con fuoriuscita dello stesso…
Qui la cosa mi è più familiare: “Freon? Freon libero nella mia cucina? Starà mica scherzando, vero…”
Il Tecnico mi spiega pazientemente che il freon “che intendo io” non viene più utilizzato da anni, ma…
“Non è comunque non è consigliabile avere un elettrodomestico che spara un qualunque gas refrigerante nell’ambiente, giusto?”, completo io.
“Già… il frigorifero sembra nuovo, ma ha comunque quasi quattordici anni: varrebbe la pena cambiarlo…”
Cambiare un frigorifero dopo quattordici anni? Oddio… il primo frigorifero arrivato a casa quando ero ragazzina è durato parecchio di più… è vero che non aveva una celletta “freezer”, ma quasi quattordici anni di vita mi sembrano davvero pochini. D’altronde, non voglio certo avvelenare la famiglia con gas refrigeranti che, per quanto definiti “innocui”, non sono certo aria di montagna!
Proprio in questi giorni, è arrivata un bel po’ di pubblicità in cassetta, tutta inerente elettrodomestici di vario genere, frigoriferi in particolare… strana coincidenza, eh?!??
I fogli sono lì, sul tavolo, in bella vista, mio marito ha già misurato il nostro “quasi ex-“ frigorifero: siamo pronti per uscire a cercarne un altro.
Centro commerciale X con punto vendita x. Centro commerciale Y, con relativo punto vendita y. Centro commerciale Z…
I “punti vendita” si sprecano, ma… un pensiero mi colpisce come un fulmine: perché? Perché devo comprare qualcosa nel “punto vendita” d’una multinazionale? Perché non cercare ciò che mi serve in un “negozio vero”, una “bottega” che abbia un proprietario ben definito?
Nella zona in cui vivo, ci sono ancora tante “realtà locali”, tanti “esercizi” gestiti da persone che vivono nel mio paese o nei paesotti confinanti…
Saliamo in auto e ne parlo a mio marito e decidiamo all’istante: realtà locale sia!
Nel negozio, mio marito saltella di gioia: la scelta è davvero ampia, molto più ampia rispetto ai dépliants ricevuti a casa e a quanto visto durante le “visite virtuali” nei punti vendita delle diverse multinazionali!
Troviamo il frigorifero che fa per noi: le misure corrispondono alla nicchia che lo dovrà ospitare, all’interno gli spazi sono ampi e non spezzettati da inutili scomparti e cassettini, la coibentazione è migliore rispetto al nostro vecchio elettrodomestico… addirittura, la spesa per il trasporto a domicilio e il ritiro dell’usato risulta essere la metà di quanto richiesto altrove!
Carissime Amiche e Amici, quando ci serve qualcosa, ci sono tante cose da considerare: non solo rapporto qualità/prezzo, varietà (marche, colori…) e possibilità di raggiungere (più o meno) velocemente il punto vendita, ma… anche la possibilità di sostenere le “realtà locali”, i negozi di quartiere o di paese, di avere un rapporto diretto, personale, con chi ci vende l’oggetto in questione!
Oggi, la “consegna a domicilio” può risultare “comoda e poco costosa”, ma se i piccoli negozi dovessero non esistere più…
Pensiamoci!