Un giorno di questi, passeggiando per le vie del centro, mentre guardavo una vetrina, un uomo mi si è avvicinato e m’ha messo in mano un foglietto dicendo: “Ti faccio un regalo. Se ti piace, diffondilo”.
Sbalordita, ho guardato il foglio, mentre l’uomo, che già si stava allontanando, sussurrava: “E’ una favola. Puoi leggerla ai tuoi bambini, figli o nipoti che siano, ma puoi leggerla anche per te stessa. È una favola per tutti…”
Ho letto la favola e… ho deciso di condividerla con Voi!
C’era una volta un Topolino che viveva in una fattoria: mangiava quel che il Contadino e sua Moglie buttavano via e, ogni tanto, rubacchiava un po’ di formaggio o del pane.
Una sera, il Contadino rientrò a casa portando un pacchetto: incuriosito, il Topolino lo osservava mentre apriva la scatola insieme alla Moglie e si leccava i baffi pensando che potesse contenere qualche cibo prelibato.
Scarta, scarta, scarta… il Topolino era sempre più intrigato…
Inutile dire che rimase sconvolto nel vedere che il pacchetto misterioso conteneva … una trappola per topi!
Il Topolino fece subito il giro della fattoria avvisando tutti gli animali: “In casa c’è una trappola per topi! C’è una trappola per topi in casa!”.
La Gallina, disturbata nel suo sonnellino, alzò la testa e disse: “Capisco che tu sia sconvolto, ma la cosa non mi riguarda proprio! Non sono preoccupata: non sono affari miei!”.
Il Topolino corse nel porcile, dove in contrò il Maiale: “In casa c’è una trappola per topi!”. Il Maiale, con molta empatia, rispose: “Oh, quanto mi dispiace! Però…non posso far molto: pregherò per te!”.
Il Topolino si rivolse allora alla Mucca, che mangiava il fieno nella stalla: “C’è una trappola per topi in casa!”. Senza scomporsi, la Mucca obiettò: “E quindi? Mi dispiace per te, ma a me la trappola per topi non dà proprio fastidio!”.
Mogio mogio, il Topolino se ne tornò in casa, chiedendosi come affrontare la mortifera trappola.
Durante la notte, il silenzio fu rotto da uno schiocco tremendo, che riecheggiò a lungo per la casa. Era il rumore d’una trappola che ha stretto la sua preda in un abbraccio mortale…
Il Contadino e la Moglie si alzarono per andare a vedere cosa ci fosse nella trappola, ma nel buio non si resero conto che la trappola si era chiusa sulla coda d’un serpente velenoso: quando la donna si avvicinò, il Serpente la morse.
L’indomani, il Contadino chiamò il Dottore perché sua Moglie era preda d’una febbre altissima che le divorava il corpo e il cervello, facendola straparlare.
Come tutti ben sappiamo, nella cultura contadina, la febbre si cura anche con una buona zuppa di pollo: il Contadino, armato d’un grosso coltello, andò quindi nel pollaio per recuperare l’ingrediente principale per il brodo…
Zuppa o non zuppa, la malattia non passava: amici e parenti vennero a trovare la Moglie del Contadino per starle vicino.
Le persone si avvicendavano al capezzale della malata e la casa era piena di gente: per nutrire tutti, il Contadino macellò il Maiale.
Nonostante le cure del Dottore, la zuppa di pollo e le cure amorevoli di parenti e amici, la Moglie del contadino morì e tutto il paese andò al suo funerale.
Per offrire a tutti il tradizionale banchetto del saluto alla cara Moglie ormai defunta, il Contadino macellò la Mucca.
E il Topolino?, chiederete voi.
Nascosto nel suo buchino nel muro, il Topolino guardava tutto con gli occhi colmi di tristezza.
Ogni favola ha una sua morale e un suo insegnamento, e questa non fa eccezione:
la prossima volta che qualcuno vi dirà che qualcun altro sta affrontando un problema, non pensate che la cosa non vi riguardi: ricordate che quando una persona viene colpita, siamo tutti a rischio!
In questo viaggio chiamato Vita, tutti siamo coinvolti: prendersi cura gli uni degli altri è un modo per farci coraggio e sostenerci a vicenda.
Quando senti suonare la campana, non chiederti per chi suona. La campana suona anche per te.