Streghe, Fatture e Affini

Cosa fanno le Streghe? Le fatture!
Questa è una mia convinzione, da sempre.
Qualche settimana fa, la Signora Ilaria – valida Assistente del mio super-Commercialista Paolo – mi ha avvertita: con il prossimo anno, dovrò passare alla cosiddetta “fatturazione elettronica”.
Dapprima, ho pensato a uno scherzo… Da una decina d’anni, sono passata dalle ricevute scritte a mano, su carta autocopiante, a ricevute scritte al computer: sono addirittura riuscita a crearmi un piccolo “prototipo” con Excel, ma, vi prego, non chiedetemi di più!
E invece… Glab! Sob! Gulp!, e via con tutti i suoni onomatopeici del pianto e della disperazione mutuati da fumetti e affini!

Fatturazione elettronica.

Stregoneria post-moderna.

Carta mai prodotta e inchiostro virtuale, pescati da una nuvola esistente in un Nulla che nessuno ha mai visto ma che tutti conoscono.

Fatture, affatturazioni e malocchio compreso…
Ma tant’è… il Progresso (???) procede e quindi…

I due professionisti mi hanno pure fissato un appuntamento per spiegarmi come funziona l’intera faccenda.
Spiegazioni.
Dimostrazione.
Semplice e lineare.
Per tutti, forse, ma… non per me!

In prima elementare, a fine novembre, la Maestra Lena aveva decretato che la classe “era pronta a passare dalla matita alla penna stilografica”: noi bambini avevamo inviato a Santa Lucia una letterina perché ci fornisse questo nuovo strumento, ma… il 13 dicembre, sui banchi di scuola non c’era traccia delle nostre nuove penne e così la Maestra, davanti alle nostre facce deluse, aveva concluso: “Bambini, provate a chiederla a Gesù Bambino o ai vostri genitori…”.

A casa, Mamma e Papà avevano decretato che i doni erano prerogativa di Santa Lucia e che Gesù Bambino non era certo tipo da girare con un carretto di penne o di altri ammennicoli!

Si poteva provare a chiedere alla Befana, ma, visto che quella non passava da casa nostra, c’era ben poco da sperare!

A gennaio, un paio di giorni dopo la ripresa delle lezioni, Papà tornò a casa con un sacchettino che mi porse sorridendo: “Tieni, visto che la Befana a casa nostra non viene, sono passato dal signor Micheloni, il cartolaio, e ti ho preso la penna stilografica… pensa quante belle cose potrai scrivere con questa penna!”.

Nel pacchetto c’erano una penna stilografica, un’Aurora di plastica grigia, bombata, e un paio di scatolette di cartucce d’inchiostro blu. Le cartucce, all’epoca, avevano ancora il fondo ricoperto da una sorta di “cappellino” di alluminio…

E così ho imparato a scrivere con la stilografica, anzi con “La Stilografica”, una sorta di sigaro grigio che ora non si trova nemmeno più in commercio…

Di solito, quando mi si presenta una nuova “sfida tecnologica” ripenso ai miei primi passi nel mondo della scrittura, alle stilografiche che mi hanno accompagnata per tutto il mio percorso scolastico e per tutta la mia vita lavorativa…

E con questi pensieri, rientrata in studio, ho contemplato gli appunti presi dal Commercialista: appunti? No, scarabocchi quasi incomprensibili, con freccette e richiami da una parte all’altra del foglio. Peggio degli appunti che prendo quando parlo con Nik, il super-tecnico che mi aiuta nella gestione di questo sito…

…e così ho iniziato a darmi da fare…

Dopo diversi giorni e parecchie ore trascorse a pigiare sui tasti del computer, chiedendomi perché nelle fatture si debbano scrivere tante cose, ho capito – più o meno – come far funzionare le cose…

Però, io resto della mia idea: i Codici Fiscali sono delle diavolerie inventate per mettere confusione ai disgraziati che se li debbono ricordare e ai disgraziatissimi che li devono scrivere, mentre le Fatture restano un affare per Streghe, Maghi e Fattucchiere!
2021 – Anno delle Fatture Elettroniche: ne vedremo delle belle… temo…

Disegno-Strega-Post-moderna-vola-su-aspirapolvere

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