Quest’anno, l’Autunno è davvero strano: la temperatura è più alta (molto più alta!) rispetto alla media stagionale, ci sono state – nella mia zona – un paio di gelate, che hanno spruzzato di brina mattutina le erbe dei campi, ma non ci sono stati grandi freddi.
Non ancora.
Nonostante il clima piuttosto mite, però, parecchie persone lamentano gli “acciacchi di stagione” che tutti conosciamo: tossi e tossette più o meno catarrose, raffreddori e, per i più sfortunati, sinusiti e bronchiti.
I “Rimedi della Nonna” per questi “inconvenienti di stagione”….
-“Inconvenienti di stagione”? Ma non sono vere e proprie “malattie”? – già sento la voce della Signora Rosetta, che puntualizza dal terrazzino.
-Mah, saranno anche “malattie”, ma, personalmente, sono stufa di sentirmi “malata” per un banale raffreddore o un po’ di tosse ed ho deciso di ribattezzare come “inconvenienti” tutte le cosiddette “patologie di stagione”. Patologia…. santo cielo!, che brutta parola: già il suono – secondo me – è sufficiente ad intaccare la fiducia delle persone nella propria capacità di guarigione e di recupero!
Dunque, tornando ai “Rimedi della Nonna”…. bisogna davvero dire che abbondano proprio! Dai cataplasmi di semi di lino ai fumenti con l’olio essenziale di menta, passando per il vin brulé e la minestrina all’aglio, ce n’è veramente per tutti i gusti e, soprattutto, per tutte le …. “disponibilità di orario”!
Anche i rimedi più “naturali”, però, possono essere controindicati per questo o quel Paziente, vuoi perché la persona in questione non li tollera, vuoi perché…. sta prendendo un qualunque prodotto omeopatico!
Già, “naturale” non significa “privo di possibili effetti negativi” (nel caso in cui il Paziente sia allergico al prodotto o ad una delle sue componenti, per esempio) e non significa che non possa interferire con l’assorbimento o il metabolismo di farmaci allopatici o omeopatici. L’utilizzo di mentolo o eucaliptolo o di altri olii essenziali fortemente aromatici può, infatti, interferire – e in maniera anche pesante – con l’attività dei rimedi omeopatici.
Che fare, allora, quando un raffreddore tormenta uno dei nostri piccoli, quando una morsa di catarro attanaglia il nostro petto o la nostra faccia sembra voler esplodere sotto il peso del muco accumulato nei seni paranasali?
Secondo la Signora Rosetta (ed io concordo con lei!), indipendentemente dal trattamento in corso – allopatico od omeopatico che sia – possiamo aiutarci con il sale.
Come fare?
Semplice: si mette in forno, a 200°C, il contenuto di un pacco di sale da cucina, quello grosso, non iodato (“Noi – mi ricorda la Signora Rosetta – lo mettevamo nel forno della stufa economica, quella a legna, che dava un calore molto più secco!”), e lo si fa scaldare per bene.
Quando il sale è caldo, molto caldo, lo si mette in una federa, che si può posizionare sul petto o sul viso.
Naturalmente, bisogna fare attenzione a non scottarsi, avvolgendo – magari – la federa in uno o più asciugamani.
Il sale si può riutilizzare una decina di volte e, da ultimo, si può far finire la sua “vita” usandolo come antighiaccio in inverno o come deterrente ecologico per formiche e lumache in primavera-estate!
La federa contenente sale scaldato è utilissima anche per i dolori cosiddetti “reumatici”, dolori “di stagione”, dovuti all’artrosi o – come dice la Signora Rosetta – al fatto che “i vecchi rami si seccano”.
Il sale da cucina, grosso e non iodato, è ottimo anche per fumenti sciogli-catarro. I vapori esalati da una pentola d’acqua bollente cui sia stata aggiunta una manciata di sale sono un valido rimedio per il raffreddore…attenzione, però, a posizionare il recipiente in maniera tale da non farselo cadere addosso accidentalmente!
Il sale – un po’ di storie e di leggende
Il sale ha avuto – sempre – un ruolo importantissimo nella vita degli uomini.
Oggetto di commerci e di scambi, era considerato talmente prezioso che i Romani lo usavano per pagare i soldati (da qui il nome di “salario” per indicare il compenso dato a qualcuno per un lavoro svolto) e la strada sulla quale si muovevano i carri che lo trasportavano è ancor oggi nota come Via Salaria.
Il sale è prodotto dall’incontro tra l’Acqua del Mare ed il Sole e, come tale, nell’immaginario collettivo, è stato sempre circondato da un alone di mistero e di magia.
Ho sempre amato le favole e le leggende e ricordo volentieri le storie che la mia Mamma mi raccontava quand’ero bambina.
Perché il mare è salato?
C’era una volta un Paese lontano, non bagnato dal mare, un Paese il cui Re faceva anche la funzione di Custode della Macina. Nei locali della reggia, infatti, era conservata una mastodontica macina, che da tempo immemorabile nessuno usava più, proprio perché, in quel regno, non esisteva essere vivente in grado di farla muovere. I Bardi raccontavano la storia della Macina, che, quando funzionava, produceva una polvere grossolana, meravigliosa, capace di rendere molto più saporiti tutti i cibi, ma, a memoria d’uomo, nessuno aveva avuto modo d’assaggiarla e il Re si limitava ad accarezzare e spolverare la grande ruota.
In una terra lontana, chiamata Reame dei Giganti, i cui abitanti vivevano in pace, un giorno, due di loro commisero una colpa grave, gravissima.
Il loro sovrano era giusto e non volle condannarli a morte, preferendo mandarli in esilio in un paese remoto, nel regno del Custode della Macina, appunto.
Quando i due Giganti si presentarono a lui mettendosi al suo servizio, il Re-Custode chiese loro di provare a far girare la ruota della macina magica. I Giganti riuscirono a muoverla con uno sforzo minimo e dalla ruota iniziò ad uscire il preziosissimo sale, che gli abitanti del luogo, seguendo le indicazioni delle antiche leggende, usarono per insaporire i cibi.
La notizia della polvere magica prodotta dai Giganti si diffuse in un batter d’occhio e il re d’una contrada ancora più lontana armò un esercito per impadronirsi della macina. Il Custode ed i suoi sudditi furono sconfitti e i vincitori caricarono sulle loro navi la macina e i due Giganti, cui fu ordinato di continuare a produrre sale.
Durante il viaggio di ritorno, una tempesta fece affondare i bastimenti appesantiti dal troppo sale prodotto: la macina, la ruota ed i Giganti finirono in fondo al mare, dove ancora si trovano, e dove ancora lavorano, lavorano e lavorano, producendo il sale, che rende…salato il mare!
Foto di Timo Volz in Unsplash.
Quanta saggezza ne “i rimedi della nonna”…
Peccato conoscerne pochi… ma x fortuna c’è chi aiuta a tramandare… Grazie di cuore dottoressa!!!