Pescispada si sfidano a duello sul litorale di Caorle

-Ecco! C’erano i pescispada che si sfidavano a duello! Stamattina, ti sei addormentato e te li sei persi! Dovevi proprio vederli! Zic! Zac! E … zàcchete e uno è scappato volando sulle onde…

Antefatto

-Sì! Questo posto mi ispira. Marinella… un nome carino. Vicino alla spiaggia, ma un pochino riparato dall’albergo più alto che sorge lì davanti… entriamo…

Era il 1° Maggio 1988.

Quell’anno, Mamma si era particolarmente lamentata per il suo “indolenzimento alla schiena”: stufa di sentirla lagnarsi, avevo chiesto al mio fidanzato di accompagnarmi “al mare” per prenotare un posto “per i miei vecchietti”… vecchietti… adesso, ho oltrepassato l’età loro di allora, comunque…

E così eravamo partiti: treno e poi corriera fino “al mare”. Mare. Quale mare? Scartata Sottomarina, che (non so perché) non ha mai suscitato le simpatie di Mamma Milena, non restava che Caorle, l’unico posto “di mare” in cui ero stata per qualche giorno diversi anni prima.

Scesi dalla corriera, Roberto e io ci incamminammo “verso il mare”: percorrendo Lungomare Venezia, la “passeggiata” che divide la spiaggia dagli alberghi, guardavamo i diversi hotel, commentandone “la presentazione”:
-No, questo non mi piace: non si può far colazione in un patio, con due tende in croce a ripararti della sabbia sollevata dal vento…
-…questo non mi sembra male… – obiettava ogni tanto Roberto additando un albergo o una pensione.
-No, non se ne parla proprio: la mia Mamma e il mio Papà hanno bisogno di un posto non grande, di una pensioncina a gestione familiare, dove possano sentirsi “a casa”, non di un albergo enorme che sembra un porto di mare…
-…e poi quello là non mi piace: ti pare che un posto serio possa avere una facciata di quel colore???

E così, scartandone uno per il colore dei tavolini e delle sedie, uno per le ringhiere “strane” e altri per… un qualunque motivo, percorremmo parecchia strada.

A un certo momento, in parte nascosto tra due grandi hotel del colore “sbagliato”, apparve una visione di verde, un piccolo albergo dalla facciata verde.
Abbandonata la “passeggiata” lungo il mare, raggiungemmo la via parallela, via Vespucci, dove ci fu possibile apprezzare il colore della facciata, la presenza di alcuni tavolini sotto un piccolo porticato e di tanti fiori colorati:

Sì! Questo posto mi ispira. Marinella… un nome carino. Vicino alla spiaggia, ma un pochino riparato dall’albergo più alto che sorge lì davanti… entriamo…

E così entrammo.

Il posto ci piacque immediatamente. Vicino al bancone-reception, i due titolari – Antonella e Roberto – sorridevano incoraggianti: giovani, forse d’una decina d’anni più grandi di noi, ispiravano … serenità.

Prenotammo per il mese successivo, per i primi quindici giorni di giugno e… demmo il via a una storia che continua ancor oggi!

La storia

Mamma e Papà andarono al “Marinella” e… si innamorarono delle Persone, del mare e della piccola perla chiamata Caorle!

Da allora, sono tornati ogni anno. Sempre nello stesso periodo.

E ogni anno hanno trovato un “Marinella” rimodernato, abbellito e curato in ogni particolare. Un anno, è comparso l’ascensore. Poi, il bancone-reception ha lasciato il posto a una moderna postazione con telefono, computer e pos… postazione da due estati dotata anche degli schermi in plexiglass anti-Covid.

Ormai, Caorle, il “Marinella” e i signori Antonella e Roberto – con le loro figliole, bambine piccine in quel lontano 1988 – fanno parte della nostra storia famigliare.

Da allora, Mamma e Papà sono tornati ogni anno. E noi con loro.

Per accompagnarli, per andarli a riprendere. Per stare insieme “al mare” per una giornata.

A Caorle, al “Marinella”, abbiamo festeggiato i loro 40 anni di matrimonio.

Quando il mio Franco ebbe 3 anni, Mamma e Papà insistettero per portarselo al mare, e lì ebbe origine la storia dei pescispada in duello.

Fautori della passeggiata quotidiana, Mamma e Papà si sono sempre alzati prestissimo: sveglia alle 6 e via di buon passo dalla Spiaggia di Ponente alla Chiesa della Madonna dell’Angelo!

Ovviamente con tappa intermedia per un caffè all’andata e una capatina in Duomo per la funzione del mattino al ritorno!

Franco li seguiva volentieri, pedalando di gran lena sulla sua biciclettina, ansioso di vedere i pescispada in duello.

…e con la storia della sfida tra pescispada, i Nonni – per qualche anno – riuscirono a portare a Caorle anche gli altri nipoti, che conservano ricordi bellissimi dei giorni trascorsi qui insieme.

E quindi si rese necessario inventare altre storie: oltre a ospitare i pescispada litigiosi, il litorale di Caorle divenne sede delle scaramucce tra pescicani e pescigatto, che non avevano altro da fare che rincorrersi – ovviamente all’alba – tra le onde dell’Adriatico!

Il presente

Quando, qualche anno fa, Mamma ci ha lasciati, Papà ha continuato a cercare i pescispada duellanti e a raccontare ai nipoti – ormai tutti adulti – le mirabolanti avventure dei pescigatto in fuga dai pescicani, rincorsi da rotolanti pescipalla…

E da qualche anno io lo accompagno, aggiungendo alla saga di Pescispada, Pescicani e Pescigatto le mie storie di Pinguini e Orsi polari che giocano a hockey su acqua sul litorale di Caorle… ma questa è un’altra storia!

Una storia per Aurelia, la mia prima pronipote che quest’anno ha conosciuto il mare di Caorle, e per Carlo, il primo nipotino di Antonella e Roberto.

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Questo articolo ha 3 commenti

  1. Sara

    Che bello! Per non parlare del camion di gelati che puntualmente si rovesciava sempre un giorno PRIMA dell’arrivo di noi bambini, per la gioia di tutti gli altri piccoli ospiti che correvano a raccoglierli. Diciamo che al nonno la fantasia non manca!

    1. Dott.ssa Adami

      Già, cara Nipotonzola!
      Questa è…la prossima storia: camion di gelati rovesciati e turisti ubriachi che…

  2. adriana

    Bellissima storia e bellissimi ricordi, ancora oggi raccontati con entusiasmo dai nostri figli ormai adulti…di certo non si dimenticheranno mai quelle estati passate a Caorle con i nonni…
    Non nego che leggendo la tua storia un “pescespada” mi è entrato nell’occhio, facendomi uscire una lacrimuccia.

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