Cari Amici, desidero oggi condividere con Voi i risultati di una ricerca che ho effettuato qualche anno fa. Mi chiedevo se esistessero dei “lavori scientifici seri” in grado di supportare le teorie omeopatiche, teorie che si basano – come tutti sappiamo – sull’efficacia di prodotti estremamente diluiti.
Sì, esistono dei lavori sperimentali, pubblicati e quindi accessibili a chiunque voglia consultarli. Eccone una sintesi.
Jacques Benveniste (1935-2004) fu uno dei primi studiosi “famosi” ad occuparsi dell’azione delle sostanze utilizzate in alte diluizioni. Al suo nome è legato il concetto della “Memoria dell’Acqua”.
Quando si parla di “alte diluizioni”, bisogna ricordare che ci si riferisce a sostanze diluite “oltre il numero di Avogadro”….
Avogadro… vediamo di ricordare cos’è il “numero di Avogadro”:
Numero di Avogadro = 6.022 x 10²³ molecole / litro di una soluzione 1 M (1 M = soluzione contenente un numero di grammi pari al peso molecolare della sostanza in 1 litro di soluzione)
Tradotto in termini più pratici: se si diluisce serialmente di cento volte (diluizione centesimale: 10²) una soluzione di partenza (Tintura Madre) in cui il principio attivo abbia una concentrazione di 1,0 M, sono sufficienti una dozzina di passaggi per ottenere un sistema chimico costituito praticamente dal solo solvente!!!!
Tornando al dottor Benveniste… era uno studioso dei meccanismi delle allergie e dell’infiammazione, con il suo lavoro ha contribuito all’introduzione di un nuovo test per la valutazione delle allergie usando i basofili (un gruppo di globuli bianchi).
All’inizio degli Anni Ottanta, il dottor Poitevin, uno dei ricercatori che lavoravano nel suo laboratorio, chiese di usare il nuovo test su alcuni prodotti omeopatici.
Benveniste acconsentì e se ne uscì con la frase che sarebbe poi, suo malgrado, passata alla storia: “Fate pure, ma testerete l’acqua!”.
Nel test messo a punto dal dottor Benveniste e dal suo gruppo di ricerca, i granulociti basofili messi a contatto con una quantità sufficiente di allergene liberano istamina.
Quando Poitevin e gli altri usarono un allergene talmente diluito da non poter più essere materialmente rilevabile (oltre il numero di Avogadro, appunto), la degranulazione – e la conseguente liberazione di istamina! – continuò comunque!
L’esperimento fu ripetuto più volte: la reazione avveniva solamente se il liquido in cui era stato diluito l’allergene era stato anche violentemente agitato prima della diluizione successiva.
Il risultato della ricerca fu pubblicato nel giugno del 1988 dalla prestigiosa rivista “Nature”. L’articolo scatenò una feroce polemica e l’esperimento fu ripetuto alla presenza di “osservatori esterni”: fra questi vi era pure un tale James Randi, di professione… illusionista!
L’esperienza ebbe risultati solamente in parte sovrapponibili alla precedente, e la rivista pubblicò una parziale rettifica: “l’esperimento non era perfettamente e costantemente ripetibile”. La “perfetta ripetitibilità” d’un esperimento è – a quanto pare – una caratteristica irrinunciabile per un “vero esperimento scientifico”….
Sono trascorsi oltre 20 anni dalla pubblicazione dell’articolo di Benveniste: a che punto siamo con la “Memoria dell’Acqua”?
Roberfroid: nel periodo seguente, ripetè l’esperimento:
-coinvolse 4 laboratori indipendenti in Francia, Belgio, Olanda, Italia
-gli esperimenti furono effettuati in “doppio cieco”
-le soluzioni omeopatiche e i campioni di controllo (con sola acqua) furono preparati in 3 laboratori diversi, assolutamente all’oscuro degli obiettivi delle ricerche
-un ricercatore indipendente, non coinvolto nei test e nell’analisi dei dati ottenuti dall’esperimento, coordinava le ricerche, assegnava i codici ai campioni delle soluzioni e raccoglieva i dati.
-CIOE’: non vi era possibilità di frodi o di auto-convincimento in un senso o nell’altro!!!
-Risultati: in 3 dei 4 laboratori, si evidenziò una “inibizione significativa” della degranulazione dei basofili da parte delle diluizioni omeopatiche di istamina rispetto alla pura acqua !!!
-Il 4° laboratorio ebbe risultati “appena al di sotto del limite di casualità”!!!
Nonostante ciò, la dottoressa Ennis – ricercatrice alla Queen’s University (Belfast) – non era ancora convinta.
Fece ripetere l’esperimento di Benveniste in 6 centri indipendenti (anche all’università di Firenze):
questa volta, però, l’oggetto della misurazione era l’inibizione della degranulazione dei basofili in presenza di alte diluizioni di istamina
I risultati furono tali che la dottoressa Ennis scrisse: “Io sono una scienziata del tutto convenzionale. Non ho alcuna esperienza nell’uso dei medicamenti non-convenzionali e non ho nessuna reale intenzione di cominciare a usarli… non ho nessuna spiegazione per i risultati dei miei esperimenti. Tuttavia, questa è la scienza. Se conoscessimo già le risposte alle domande, non varrebbe la pena organizzare le sperimentazioni. Nonostante le mie riserve di fondo nei confronti dell’omeopatia, i risultati ottenuti mi obbligano a sospendere la mia diffidenza per avviare ricerche in grado di spiegare razionalmente questi dati”.
I suoi risultati? Semplice: diluizioni estreme di istamina possono inibire l’attivazione dei basofili umani.
…e la metodica che ha portato a tali risultati è semplice e riproducibile!
Nella conclusione dell’articolo in cui parlava della sua ricerca concluse: “Le soluzioni di istamina, sia in concentrazioni farmacologicamente significative sia quando sono diluite al punto da non essere più rilevabili, causano un’inibizione di IgE. Non siamo capaci di spiegare i nostri risultati. Li stiamo rendendo noti per incoraggiare altri a indagare su questo fenomeno”.
Nel 2007, la rivista anglosassone Homeopathy ha pubblicato 12 lavori sull’argomento “la Memoria dell’Acqua”:
Editoriale:
?Fisher P, The Memory of Water: a scientific heresy?
Overview:
?Thomas Y, The history of the Memory of Water
?Teixeira J, Can water possibly have a memory? A sceptical view
?Elia V. et al, The “Memory of Water”: an almost deciphered enigma. Dissipative structures in extremely dilute aqueous solutions
?Rey L, Can low-temperature thermoluminescence cast light on the nature of ultra-high dilutions?
?Rao ML et al., The defining role of structure (including epitaxy) in the plausibility of homeopathy
?Vybiral B, Voracek P, Long term structural effects in water: autothixotropy of water and its hysteresis
Lavori teoretici:
?Anick DJ, Ives JA, The silica hypothesis for homeopathy: physical chemistry
?Voeickov VL, The possible role of active oxygen in the memory of water
?Anick DJ, The octave potencies convention: a mathematical model of dilution and succussion
ingredient in ultramolecular dilutions.
Altre ipotesi:
?Milgrom LR, Conspicuous by its absence: the Memory of Water, macro-entanglement, and the possibility of homeopathy
?Weingartner O, The nature of the active ingredient in ultramolecular dilutions.
Ecco una rapidissima sintesi del contenuto di alcuni di questi lavori:
-Elia: acqua preparata secondo dettami della Medicina Omeopatica=acqua diversa rispetto alla stessa acqua prima dell’attuazione della procedura: il solvente acqua mostra importanti cambiamenti nelle proprietà fisico-chimiche misurabili in funzione del soluto precedentemente discioltovi e del tempo!
-Vybiral e Voracek hanno dimostrato che l’acqua cambia le sue proprietà viscose (tixotropia) in base alla sua precedente storia, cioè ad un precedente contatto con sali ionizzati!
-Louis Rey: usa la termoluminescenza a basse temperature per comprendere la particolare struttura delle altissime diluizioni. I campioni vengono attivati mediante congelamento alla temperatura del nitrogeno liquido (77°K). In corso di ri-scaldamento, il bagliore della termoluminescenza è diverso nei diversi campioni e per le varie sostanze.
Leggendo questi articoli sorge spontanea una domanda: è, forse, un fenomeno dovuto alla presenza dei gas qui dispersi?
Se così fosse, la succussione prevista per preparare i prodotti omeopatici, giocherebbe un ruolo importante nel far incamerare ai fluidi una notevole quantità di energia….
Sempre sull’attività di sostanze altamente diluite, esiste un lavoro tutto veronese:
“Il modello dei basofili nello studio delle alte diluizioni dinamizzate: nuove evidenze di laboratorio”, di Chirumbolo, Ortolani, Vella, Brizzi, Bellavite – Univ. Di Verona, Pubblicato da “Il Medico Omeopata”, n.41, luglio 2009
I ricercatori si sono posti una domanda:
l’istamina diluita oltre il numero di Avogadro può ancora inibire l’attivazione dei basofili in vitro?
E la risposta è: SI’!, l’istamina 12 C, 14 C, 15 C e 16 C dinamizzata inibisce l’attivazione cellulare mentre diluizioni simili di sola acqua dinamizzata non riportano alcun effetto.
Quando si parla di alte diluizioni, ci colpisce la diminuzione della densità del soluto in acqua….Ma la massa molare e la natura dell’acqua aggiunta ad una diluizione giocano (sicuramente) un ruolo più importante di quanto finora ritenuto. In tale contesto la Chimica parla di attomoli, zeptomoli e yactomoli per indicare composti presenti in diluizione di rispettivamente: 10 elevato alla -18 M, 10 elevato alla -21 M, 10 elevato alla -24 M!
Le prove sperimentali riguardanti l’effetto delle alte diluizioni di un composto anche oltre la soglia del Numero di Avogadro obbligano ad una revisione critica delle teorie stocastiche che descrivono la relazione ligando-recettore e persino le leggi fisiche della materia condensata.
…..quindi: “Se l’evidenza sperimentale è in contrasto con un modello teorico, sia pur ben consolidato, è quest’ultimo che deve cedere il passo ad una modifica”. (Paolo Bellavite)
…in fondo, anche se nella Bibbia sta scritto “Fermati, o sole!” e benché gli Antichi fossero convinti che la Terra sta ferma al centro dell’universo, mentre tutti gli altri corpi celesti le girano intorno, possiamo – ai giorni nostri – essere convinti che la situazione sia un tantino diversa, o no?
Comunque, tutto questo ci serve per capire che “Anche se le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non possiedono una veridicità assoluta: se l’avessero, allora non si riferirebbero alla realtà” (Einstein, da Sidelights on Relativity, Dover)?
Non dobbiamo dimenticare che “What is now proved was once only imagined” – ciò che oggi è provato un tempo era solo immaginato – (William Blake)
e che “La mente è come un paracadute: non funziona se non si apre” (Einstein)?
Vorrei ora proporre una riflessione finale: all’Omeopatia vengono richieste le “prove” dell’efficacia dei trattamenti proposti, le “prove” che i bassi dosaggi funzionano, ma quali prove fornisce la “medicina tradizionale” dell’efficacia dei suoi trattamenti?
da una valutazione del British Medical Journal di qualche anno fa:
su 2005 trattamenti medici presi in considerazione:
-15% sono valutati come “utili”
-22% sono valutati come “probabilmente utili”
-7% oscillano tra “utilità” e “pericolosità”
-5% sono “probabilmente inutili”
-4% sono “inefficaci” o “pericolosi”
-mentre per il 47% “non si può dire nulla riguardo l’efficacia clinica”
I dati si commentano da soli, ma – purtroppo – come diceva Einstein:
“E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”
Foto di Nataliya Vaitkevich in Pexels.
BIBLIOGRAFIA:
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-Cherrault Y, Guillez A, Sainte Laudy J, and Belon P 1989. Etude mathé matique et statistique des ffects de diluitions successives de chlorydrate d’histamine sur la reactivité des basophiles humains.. Bio Sciences 7: 63-72
-Sainte Laudy j and Belon P 1993. Inhibition of human basophil activation by high dilution of histamine. Agents Action 38: C245-C247
-Brown V and Ennis M. 2001. Flow cytometric analysis of basophyl activation: inhibition by histamine at conventional and homeopathic concentrations, Inflamm. Res 50 Suppl 2:S47-S48
-Lorenz I, Schneider E.M., Stolz P., Brack A., and Strube J. 2003. Sensitive flow cytometric method to test basophil activation influenced by homeopathic histamine dilutions. Forsch. Komplementarmed Klas Naturheilkd. 10:3126-324
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-Chirumbolo S., Brizzi M., Ortolani R., Vella A., and Bellavite P. 2009. Inhibition of CD203c membrane up-regulation in human basophils by high dilutions of histamine: a controlled replication study. Inflamm. Res. DOI:10.1007/s00011-009-0044-4
-Elia V., Elia L., Marchese M., Montanino M., Napoli E., Niccoli M., Nonatelli L., and Savarese F 2007. Interaction of extremely diluted solutions with aqueous solutions of Hydrochloric acid and sodium hydroxide. A calorimetric study at 298 K. J. Mol. Liq. 130:15-20
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