Guardo lo schermo del mio portatile: nella semioscurità della stanza, la sua luce fredda è comunque consolante.
Guardo il testo: lettere che danzano componendo parole, che a loro volta si susseguono in frasi ordinate.
Rileggo, ancora una volta!, il testo. Il discorso fila via liscio: in maniera semplice e comprensibile, espone concetti piuttosto ostici, “da specialisti”.
Un dubbio ancora: sì, quella virgola è stata corretta, anche le due mancate maiuscole sono ora al loro posto, mentre le citazioni “saltate” sono state recuperate.
Do un’occhiata alla bibliografia: ottimo! Il computer ha mantenuto l’allineamento: direi che, adesso, il lavoro è perfetto.
Per un’ultima volta, lo sguardo corre veloce sulle righe, cercando eventuali errori, piccole sviste che il correttore sottolinea in rosso.
No, non ce ne sono.
E ripenso a quanto sacrificio sta dietro queste parole, alle giornate di festa e alle nottate trascorse a studiare che sono alla base di questo scibile, agli anni di studio raccolti, ordinati e sintetizzati in queste schermate di computer così fitte di parole, schermate che domani diventeranno palpabili concretizzandosi in un libretto dalla copertina colorata…
E posso solo immaginare, con l’esperienza di chi l’esperienza l’ha già vissuta, i sogni di gioventù e le speranze che si nascondono nel cuore di chi ha scritto…
Domani, le parole che ora ammiccano dallo schermo del mio computer autorizzeranno una corona d’alloro, serviranno a porre un punto fermo: da quel momento ci saranno un “prima” e un “dopo”.
Punto di arrivo e punto di partenza: auguri, Quasi-Neo-Dottore, la Vita ti aspetta!
Sempar verbut!
Fotografia di Jessica Mignolli.
Congratulazioni e tanti auguri al neo-dottore che è ben diverso dal dottore col neo…