Diversi mesi fa, ho scritto qualcosa riguardo una tale “Signora Maria”, che, capitata in ospedale quando ancora lavoravo come ecografista, pretendeva che le valutassi le “dimensioni della prostata”.
Avevo cercato di spiegare alla Signora che “doveva esserci un errore” (nel senso che, fra le tante loro disgrazie, le donne hanno – quanto meno – la fortuna di NON avere la prostata): alla parola “errore”, la mia impazientissima Paziente, senza lasciarmi concludere il discorso, si era inviperita di brutto, chiedendomi “come mi permettevo io di mettere in discussione ciò che ‘un Professore con due lauree aveva detto in tivù’”.
Come ho già scritto su queste pagine, non chiarii il malinteso: procedetti con l’esame e le consigliai una visita urologica, visto che il mio “misero apparecchio” (nuovo di fabbrica, costato – all’epoca – 250 milioni di vecchie lire, secondo quanto mi era stato riferito) non era in grado di evidenziare la sua preziosissima prostata.
Non so come sia finita l’epopea della Signora Maria e della sua (inesistente) prostata, ma, per me, questa persona è diventata un simbolo, il simbolo di quanti, ignoranti su questo o quell’argomento, cercano lumi e, invece di potenti fasci luminosi, incontrano lucciole o, al massimo, cerini.
Maria si era convinta d’avere una prostata guardando una trasmissione televisiva e, all’epoca, i programmi “sulla salute” erano la maggior fonte di “informazioni” per il grande pubblico.
Negli ultimi 10-12 anni, però, le cose sono cambiate e, secondo diverse ricerche da parte di agenzie specializzate, l’”informatore massimo” è attualmente Internet.
Effettivamente, inserite due informazioni, nel giro di pochi secondi si ottengono fino a centinaia di migliaia di risposte, di articoli inseriti in rete, accessibili a tutti.
“Accessibili”, certo, ma quanto “affidabili”?
Un giorno, cercando in internet qualche consiglio per preparare un liquido con cui sgrassare e disinfettare la lavastoviglie di casa, ho trovato tutte le informazioni del caso nel giro di pochissimi minuti e, molto diligentemente, ho copiato l’elenco degli ingredienti da comprare e la procedura da seguire per sanificare il mio elettrodomestico.
Non sapendo dove acquistare i prodotti consigliati (che mi guarderò bene dall’elencarvi!), ho chiesto a mio marito se avesse qualche idea in merito.
A mano a mano che procedevo con la lettura, vedevo i suoi occhi farsi più grandi e più tondi, mentre le sopracciglia si inarcavano sempre più: ma che diavolo stavo leggendo, la lista dei beni da inserire nel testamento??!??
Si fece mostrare il sito internet e mi spiegò con pazienza che, se avessi seguito quelle istruzioni, non solo non avremmo più avuto problemi con la lavastoviglie, ma che, probabilmente, avremmo risolto anche il problema delle tubature, dal momento che, con un pizzico di fortuna, sarei riuscita a … sciogliere tutto!!!
Quasi tutti i giorni, qualche Paziente mi dice di “avere letto in Internet…”, di “avere dato un’occhiata in rete…” e mi chiede un parere su idiozie madornali, che, purtroppo, pur essendo “verosimili” sono assolutamente “false”.
Qualche esempio? “Ho ritirato i risultati delle analisi del sangue di mia figlia: penso abbia un tumore… in internet c’è scritto che se la fosfatasi è così alta, è probabile che ci sia una neoplasia…”: peccato che i valori fossero sì patologici per un adulto, ma assolutamente normali per una bimba di 5 anni, sana e robusta, vispa e… in fase di crescita!
“Penso che mio figlio abbia una gravissima malattia renale: ha 7 di potassio nel sangue e internet dice…”: spiacente, ma un simile valore non è compatibile con la vita: con 7 di potassio, si è già morti e defunti, checché ne dica internet!
Cos’era successo? Nulla, normale e banalissima “ordinaria amministrazione”: un paio di domande poste alla Mamma in panico, misero in luce che il bambino (7 mesi di età, vispo e vivace) aveva delle vene poco evidenti, che il prelievo era stato piuttosto difficile e che era stato usato un aghetto molto piccolo…fattori che avevano portato alla rottura di un certo numero di globuli rossi ed alla fuoriuscita del potassio in essi contenuto.
Peccato che le macchine di laboratorio non sappiano distinguere l’origine del potassio e leggano “solo quel che c’è”, mentre serva una mente umana – magari allenata da anni di studio e di pratica con i Pazienti – per tirare delle conclusioni….
In rete si trovano tante informazioni utili, ma ci sono anche tantissime “bufale” e troppe-troppe-troppe notizie assolutamente false pur essendo molto verosimili!
Da tempo, però, mi chiedevo quale fosse l’entità del fenomeno, quale potesse essere la percentuale di idiozie pubblicate su un certo argomento: pensavo che si potesse raggiungere un 30% di notizie “sbagliate”, invece…
Nel maggio 2014, un giornale americano – l’American Journal of Osteopathic Association – ha pubblicato un articolo sull’argomento, “Wikipedia vs peer-reviewed medical literature about the 10 most costly medical conditions”: gli Autori hanno valutato dieci patologie per le quali esistono, negli Stati Uniti come in tutti gli altri Paesi, delle linee-guida inerenti la diagnosi, la gestione in generale ed il trattamento medico. Il dottor Hasty e gli altri co-autori hanno evidenziato che il 90% delle informazioni riportate dalla nota enciclopedia on-line era in netto contrasto con le definizioni e con le indicazioni delle massime autorità mediche statunitensi.
Penso che la notizia si commenti da sola.
Foto di Pixabay in Pexels
(Robert T. Hasty, DO; Ryan C. Garbalosa, DO; Vincenzo A. Barbato, DO; Pedro J. Valdes Jr, DO; David W. Powers, DO; Emmanuel Hernandez, DO; Jones S. John, DO; Gabriel Suciu, PhD, MSPH; Farheen Qureshi, DO; Matei Popa-Radu, DO; Sergio San Jose, DO; Nathaniel Drexler, DO; Rohan Patankar, DO; Jose R. Paz, DO; Christopher W. King, DO; Hilary N. Gerber, DO; Michael G. Valladares, DO, MS;Alyaz A. Somji, DO – Wikipedia vs peer-reviewed medical literature about the 10 most costly medical conditions, Am Osteopath Assoc, May 2014, 114:368-373).