–“La minestra di sasso”? Mi sa che deve essere proprio buona….
Il mio giovane paziente ridacchia guardando il foglio appeso nella bacheca che, da sempre, ospita i disegni fatti dai bimbi che passano per il mio studio. Poi, di colpo, mi chiede se può staccare il foglio per leggere meglio: sì, lo può fare, ovviamente, basta che non faccia crollare a terra tutti i disegni con relative puntine.
Lo osservo mentre legge, sempre più pensieroso.
Alla fine, mi guarda e sussurra:
-Già, è proprio vero! Dottoressa, perché non racconta questa bella storia anche ad altre persone?
Lo guardo un po’ perplessa, con degli evidenti (penso) punti interrogativi che mi escono dagli occhi.
Il giovanotto sorride e dice:
-Sì, in questi tempi di profonda divisione, in un momento in cui le persone non riconoscono il loro fratello o sorella , dobbiamo fare tutto il possibile per annullare le divisioni. Sì… merita di essere diffusa…
E così mi riguardo la storia e ripenso alla persona che me l’ha data…
Diversi anni fa, Riccardo, uno dei miei (allora) piccoli pazienti, arrivò in studio con un foglio arrotolato in una manina e un sasso con un cuore dipinto nell’altra e con aria solenne me li porse dicendo: “Questi sono per te!”.
La Mamma mi spiegò che al catechismo era stato fatto un lavoro con i bambini e che questa storia ne era il risultato.
Il foglio è ancora lì, nella mia bacheca e il sasso si trova nel cofanetto con altri oggettini a me cari…
…e ora passiamo alla storia!
C’era una volta un villaggio i cui abitanti non andavano tanto d’accordo: oddio, non che si facessero i dispetti gli uni con gli altri, ma non erano neanche tanto amichevoli.
Le persone si salutavano a malapena e ciascuno, con la scusa di “non impicciarsi”, tendeva a preoccuparsi solo per se stesso e per il proprio piccolo nucleo familiare.
Ognuno pensava a sé… in ogni famiglia c’era addirittura la corda per attingere l’acqua dal pozzo comune!
Qualcuno soffriva per questa situazione, ma non riusciva a fare molto per sbloccarla: sembrava che le persone del villaggio fossero resistenti a qualunque richiamo e a qualunque discorso “di buon senso”!
Un giorno, a fine mattinata, capitò nel villaggio uno Straniero dall’aria simpatica, che si piazzò vicino al pozzo.
Dopo un po’, una delle donne del villaggio si avvicinò al pozzo, infilò la “sua” corda nella carrucola, attinse l’acqua con il “suo” secchio e, salutato l’uomo seduto vicino al pozzo, si girò per andarsene.
-Ehi, signora mia, non è che avrebbe qualcosa da darmi da mangiare? – chiese lo Straniero.
-No, mi spiace: non ho proprio niente! – rispose la donna, che si chiamava Alessandra.
-Veramente, a me basterebbe dell’acqua ben calda: ho qui un sasso per la minestra che farà il resto… – obiettò lo Straniero sorridendo.
-Quand’è così… si accomodi: nel mio cortile, il fuoco è pronto e le preparo subito una pentola con l’acqua – rispose la signora Alessandra, che corse subito a dirlo a Carla, la sua vicina.
Incuriosita, la signora Carla sbirciò oltre la siepe proprio mentre lo Straniero infilava un bel sasso nero nella pentola e mormorava:
-Uhmm, uhmmm… qua ci vorrebbero un paio di patate….
-Ehilà, buon uomo! Ce le ho io, le patate: le ho appena affettate!, aspetti che le porto… – esclamò la signora Giulia, che stava passando con un secchio d’acqua.
Un minuto dopo, lo Straniero assaggiò il contenuto della pentola e sospirò:
-Ah, se ci fossero due carotine e un pezzetto di carne…
–Ecco le carote! – offrì subito la signora Cristina.
-Ed ecco qua un bel pezzo di muscolo tenero e saporito! – offrì il signor Giuseppe.
Il gran movimento di gente nel cortile di Alessandra non era sfuggito agli altri abitanti del villaggio, che decisero di partecipare alla “minestra di sasso” con quel che avevano in casa.
E così ci fu chi portò dei piselli tenerissimi, chi le biete appena raccolte, chi il sedano, chi il finocchio…
Chi non aveva verdure, arrivò con un po’ di frutta da condividere…
Qualcuno contribuì con una bottiglia di vino buono mentre altri collaborarono portando i tavoli, le sedie, i piatti, le posate e i bicchieri per allestire un gran tavolone sulla piazza del villaggio…
Restava solo Adriana, la persona più generosa del villaggio, quella che più soffriva nel vedere i suoi compaesani divisi e sempre in scaramuccia tra loro… e infatti arrivò per ultima, con un bellissimo dolce, impastato in fretta e furia quando s’era resa conto della piega che gli avvenimenti stavano prendendo…
La minestra borbottava nella pentola emanando un profumino meraviglioso mentre gli abitanti del villaggio ridevano e scherzavano tra loro.
Una delle signore assaggiò la minestra e propose di metterla nei piatti: tutti si guardarono intorno per invitare lo Straniero a sedersi al posto d’onore, ma… non riuscirono a trovarlo!
Nel pentolone, la minestra era saporita al punto giusto e… il sasso era sparito!
Gli abitanti mangiarono in allegria il pranzo allestito con il contributo di tutti, gustarono il dolce di Adriana e passarono qualche ora a chiacchierare piacevolmente.
Nessuno rivide più né il sasso né lo Straniero ma gli abitanti del villaggio si resero conto di quanto sia bello collaborare e condividere con gli altri ciò che si ha.
NB: la versione originale della storia, quella consegnatami dal piccolo Riccardo, è leggermente diversa: l’ho modificata un po’, anche per poter rendere omaggio a una persona a me molto cara, Adriana, non solo cognata ma soprattutto insostituibile sorella e preziosa amica, una delle persone più generose e solari che io abbia mai incontrato.
Quanto mi manca!
Piccola Sara, manca a tutti!
Adriana era una di quelle persone di cui non ti accorgi fino a quando… non vengono a mancare!
Silenziosa e sorridente, sempre pronta a spendere una parola buona per chiunque e con chiunque. Mai invadente, mai immusonita.
Una piccola ape silenziosa e laboriosa, un Tesoro datoci in prestito per un troppo piccolo numero di anni..