Integratori alimentari: ma “ci” servono veramente?

Dopo una primavera piovosa e fredda, è arrivata l’estate.

Un’estate afosa, ma non “caldissima”: sul quadrante del termometro, la lancetta oltrepassa abbondantemente i 30°C, ma noi sentiamo “più caldo” dal momento che la nostra percezione è alterata dall’elevato grado di umidità.
Termometro o non termometro, umidità più o meno importante e precipitazioni più o meno presenti, la realtà non cambia: fa caldo e la maggior parte delle persone si sente affaticata, senza forze e senza fiato, desiderosa di abbandonare qualunque attività più impegnativa del girare le pagine di un libro o del sorseggiare una bibita fresca, possibilmente all’ombra di un ombrellone o di un pergolato di foglie.

Purtroppo – o per fortuna – bisogna, però, lavorare: caldone e afa possono pur imperversare, ma la maggior parte dei “comuni mortali” non può permettersi di starsene pigramente sdraiata al fresco, succhiando ghiaccioli.

Che fare allora?

…niente paura: ecco la Pubblicità che ci viene in soccorso! La Pubblicità, che ci promette “forza e vitalità”, se prendiamo qualche compressina di “integratore vitaminico” o una barretta “tutta naturale” di aminoacidi e lipidi, ovviamente “buoni”, mentre un paio di bustine di sali minerali riescono a infondere vigore addirittura alla Statua della Libertà!

Ogni anno, è la stessa storia: più ci sentiamo affaticati e stanchi, più la Pubblicità ci alletta e ci tenta, offrendoci preparati miracolosi, in grado di ripristinare le nostre forze e la nostra voglia di fare, rintuzzando il senso di oppressione e ponendo rimedio ai risultati che una vita vissuta sempre “di corsa” ha sul nostro fisico.

Spot pubblicitari alla radio e in televisione, intere pagine di rotocalchi e quotidiani dedicate a questo o quel prodotto: una girandola di colori e di nomi, dai più noti ai meno conosciuti, senza dimenticare le ultime scoperte fatte in Amazzonia o in Estremo Oriente, spaziando dalla vit. A all’estratto di Zenzero e passando per l’intero alfabeto degli integratori!

Già, gli integratori.

Ma cos’è un “integratore”? Chi o cosa stabilisce se un certo prodotto può essere venduto o meno come “integratore”?

Secondo il D.L. n.169 del 21 maggio 2004 entrato in vigore il 30 luglio 2004, si intendono per “integratori alimentari”  i “prodotti  alimentari destinati ad integrare la comune dieta   e   che  costituiscono  una  fonte  concentrata  di  sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un  effetto  nutritivo  o  fisiologico,  in particolare ma non in via esclusiva  aminoacidi,  acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine  vegetale,  sia  monocomposti  che  pluricomposti,  in  forme predosate”.

Mentre i termini: “complemento alimentare” o: “supplemento alimentare” sono “da intendersi come sinonimi di: “integratore alimentare”.

Ogni anno è la stessa storia: le mie Mamme telefonano perché “bisogna tirar su il bambino” e visto che l’amica dell’amica è “promotrice” di questo o quel prodotto – sempre “assolutamente naturale”, ovviamente – perché non darglielo?

I miei Pazienti-lavoratori sbuffano nella calura estiva e, quando qualcuno propone loro qualche “nuovo integratore”, in genere “promosso” dal solito amico dell’amico, chiamano…

Mi riservo di parlare un’altra volta di questi “integratori assolutamente naturali” e di questi “promotori”, che tutto sono fuorché persone preparate in campo alimentare e nutrizionale: oggi, mi limito a parlare della “necessità” di prendere degli integratori.

La prima domanda – quindi – è: servono gli integratori?

La risposta non può che essere: no, sì, dipende!

“No”, perché, in condizioni “normali”, una dieta variata è più che sufficiente per supplire ad ogni necessità.

“Sì”, perché ci sono persone che traggono sicuramente un beneficio dall’assunzione di determinati integratori: Sportivi (cioè: persone che praticano lo sport come “professione”, e si sottopongono ad allenamenti quotidiani per ore ed ore, e sono seguite da personale qualificato, capace di valutarne le necessità nutrizionali…. Spiacente, ma chi va in palestra tre volte la settimana o si allena per la “campestre” della domenica non è “un professionista dello sport”…), Pazienti affetti da patologie particolari, che influiscono sull’assorbimento di questo o quel nutriente, Pazienti con aumentato fabbisogno di vitamine o altro…

Faccio notare che, nelle righe precedenti, ho scritto “Pazienti”, persone, cioè, in una condizione particolare e per questo seguite da Medici, da Esperti VERI, non da “promotori” più o meno improvvisati…

Quando prendo qualcosa – si tratti di un prodotto per la pulizia della casa, l’igiene della persona o un farmaco vero e proprio – io mi pongo sempre una domanda: ma è davvero efficace?

Penso che, come consumatori, dobbiamo chiederci la stessa cosa riguardo gli “integratori”

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Dopo ricerche accurate in seno alla letteratura medica, mi sono data una risposta: “Bah!”.

Certo, un apporto di nutrienti mirato può aiutare, ma come è possibile sapere che manca proprio “quell’elemento”? Mi spiego con un esempio: se soffro di anemia ed ho l’emoglobina sotto i livelli minimi accettabili, potrò trarre un beneficio dall’assunzione del ferro, ma quello stesso ferro potrà anche produrre dei danni se sono portatrice del trait-talassemico, mentre lo stesso ferro non verrà assorbito se il mio intestino, essendo io celiaca, è danneggiato dall’introito di glutine, mentre quello stesso ferro potrà fare solo disastri (=disturbi gastrointestinali, dalla nausea alla diarrea, passando per il meteorismo e il dolore diffuso) se la mia difficoltà ad assorbire questo nutriente è dovuta alla presenza di un tumore… Magari, il ferro non viene assorbito perché ho qualche difficoltà a utilizzare/assorbire la vit. C, indispensabile per il metabolismo del ferro stesso…

É molto difficile, per qualunque micro- o macro- elemento presente nel corpo umano, stabilire dove si trovi “il buco”, l’anello mancante che non consente al sistema di funzionare in maniera corretta; quindi, sicuramente l’apporto di integratori può essere utile, ma sempre e solo in poche persone, ben selezionale e ben seguite da Esperti.

Quando leggo le mirabolanti promesse di questo o quel “ritrovato dell’ultima ora”, mi pongo un ulteriore quesito: ma siamo sicuri che non faccia male?

Ovviamente, una legislazione adeguata ci tutela in tal senso, ma i prodotti che vengono immessi sul mercato sono tanti e, talvolta, sfuggono ai controlli. Oltre alle sostanze chiaramente nocive vendute in maniera fraudolenta, ci sono anche le composizioni “buone”, che, almeno nelle intenzioni e in apparenza, non dovrebbero fare “altro che bene”.

Tornando, quindi, ai miei Pazienti – più o meno piccoli – devo dire che, quando mi parlano di integratori, l’appellativo è sempre quello: si tratta, immancabilmente!, di qualcosa di “assolutamente naturale”, e questa “naturalità” giustifica l’assunzione di prodotti diversi, con un cumulo di sostanze (vitamine, aminoacidi, sali minerali etc.) assolutamente… improponibile!

Già, per quanto “naturale”, nessuna sostanza può essere impunemente presa senza rischiare qualche effetto indesiderato!

Penso che l’acqua sia “la” sostanza naturale per eccellenza: il nostro corpo è composto per oltre il 70% di acqua, gli alimenti (non solo frutta e verdura, ma anche carne e pesce) sono formati essenzialmente da acqua, per non parlare dell’acqua che beviamo. Già, cosa c’è di più “naturale” che bere un bicchiere d’acqua? Un bicchiere o un litro o due litri, ma anche quattro o cinque litri al giorno se lavoriamo come sterratori sotto il sole estivo… uno, due, cinque litri, ma se proviamo a berne dieci litri, che succede? È stato calcolato che, in normali condizioni climatiche (non caldo da sudare né freddo), l’assunzione di qualche litro d’acqua (8-10, per un uomo di 70 kg di peso) nel giro di pochissime ore porta ad una intossicazione acuta da acqua, con diluizione eccessiva degli elettroliti plasmatici e conseguente morte del malcapitato bevitore.

Si possono mangiare tante mele o tante pesche, ma difficilmente, soprattutto se non si ha un diabete latente, si arriverà a ingurgitarne una quantità tale da procurarsi una intossicazione da fruttosio (lo zucchero prevalentemente rappresentato nella frutta). Ma che dire del fruttosio – più o meno concentrato – presente nei diversi integratori? Quanto ne assume una persona che prenda non solo qualche compressa di questo e quel prodotto ma anche estratti di vario genere, il tutto magari “condito” da tè industriali “assolutamente naturali” perchè “dolcificati con lo zucchero della frutta”?

Quando si parla di “vitamine”, il pensiero si perde in campi assolati e verdi, sui quali crescono carote succose, zucchine e fragole coperte di rugiada, pesche e mele turgide, coloratissime. Quando si parla di “vitamine” il pensiero corre al fatto che sono “indispensabili per il benessere, antiossidanti, antitumorali”, ma raramente ci si ricorda che devono il loro nome al fatto che la quantità necessaria – e sufficiente! – per espletare queste funzioni è davvero esigua e che, se assunte in quantità eccessiva,  possono essere nocive (cosa questa dimostrata anche da studi recenti).

…e torno – di conseguenza – alla domanda iniziale: ma questi integratori “ci” servono veramente? Sì, certo… ma anche no, secondo me, dal momento che un’alimentazione varia è – per quasi tutti noi – più che sufficiente per i nostri fabbisogni.

La composizione e, soprattutto, l’efficacia di tanti integratori e supplementi alimentari non sono completamente provate: che senso ha spendere tempo (“più prezioso dell’oro”, come diceva la mia Maestra delle Elementari) e denaro per rimpinzarsi di pillole e beveroni, rinunciando, magari, alla frutta e alla verdura? Per favore, non venitemi a dire che un liofilizzato grigiolin-verdognolo, dall’aria triste e smunta, è preferibile a un panino (di fornaio!) con la marmellata fatta in casa o con il prosciutto crudo!

Per favore, non raccontatemi che preferite una capsula verde e una rossa a un’insalatona con valeriana, pomodori e cetrioli: potrei non sopravvivere al dispiacere! Oltretutto, con il costo di questi prodotti, penso che possiamo tranquillamente permetterci frutta e verdura di prima qualità, carne e pesce provenienti da allevamenti selezionati, dove gli animali, magari, vivono una vita degna d’essere vissuta e vengono sacrificati con modalità non-sadiche…

Le mie – personalissime – conclusioni riguardo gli integratori? Nella maggior parte dei casi: NO, GRAZIE!

Un bicchierone di acqua e sali minerali può, magari, far piacere in una giornata di gran caldo, può farci sentire un po’ più “in forze”, ma per tutto il resto…certi prodotti sono effettivamente “miracolosi”, ma solo nel senso che a)è un miracolo il fatto che riescano a venderli, b)pur avendo le caratteristiche – non proprio positive – di cui sopra, è miracoloso come riempiano le tasche dei diversi promotori/venditori!

Personalmente, preferisco una dieta variata, un regime alimentare che prevede l’uso di frutta e verdura fresche, di stagione, di uova deposte dalle Galline Felici (quelle che vivono all’aperto e si nutrono soprattutto di ciò che la Terra offre loro), di carne e pesce provenienti da allevamenti controllati… con un piccolo sforzo, è molto più invitante, con un minimo di fantasia è molto più soddisfacente, per l’occhio e per il palato!

….e poi, conti alla mano, una dieta equilibrata è anche molto più conveniente dal punto di vista economico!

 

Compresse e capsule nelle mani di una bambina

Foto di cottonbro in Pexels

Bibliografia
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-Vitamin D intoxication caused by drugs bought online. Sky high daily dosage for six months resulted in severe hypercalcemia. Mannheimer B, Törring O, Nathanson D.
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-Chronic idiopathic axonal polyneuropathy and vitamin B6: a controlled population-based study. Visser NA, Notermans NC, Degen LA, de Kruijk JR, van den Berg LH, Vrancken AF. J Peripher Nerv Syst. 2014 Jun;19(2):136-44. doi: 10.1111/jns5.12063.

 

 

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