“Gentile Dottoressa, il mio bambino più piccolo, che ha 2 anni ed è l’ultimo di 4 figli, ha la febbre da quasi 3 settimane. Al mattino, ha circa 38°C, mentre la sera la temperatura arriva a circa 39.5-40°C. Sul corpo, da alcuni giorni, ci sono strane macchioline di colore rosso scuro. Il bambino beve poco e non mangia. Cosa posso dargli? Avendo 4 figli, ho un ampio campo di sperimentazione e in questi anni ho provato diversi prodotti omeopatici, con risultati a volte buoni a volte meno buoni, ma io non dispero e continuo a provare. Per capire cosa dare, controllo malattie e sintomi su un libro di Omeopatia…”.
Questo, a grandi linee, il contenuto di una mail che ho ricevuto quasi 12 anni fa e che ancora oggi, quando ci ripenso, mi lascia davvero basita: come può una madre pensare di “sperimentare” dei prodotti – omeopatici o meno – sui propri figli e, nello specifico, su un bambino di 2 anni, con febbre da 3 settimane ed eruzione cutanea da giorni? Eppure…
Ogni tanto, la persona che mi tiene in ordine il sito mi segnala la presenza in posta elettronica di mail, che, senza essere così spudorate, sono, comunque, piuttosto sconcertanti.
C’è la signora che “su consiglio di un’amica, ha speso una fortuna in prodotti omeopatici ed erboristici” per curare “la tonsillite costante della bambina di 5 anni” e che, dopo tanti sforzi e tanti “esperimenti”, chiede, via mail, ad una persona che non ha mai visto, di “trattare” una bimba, ovviamente senza neanche visitarla…
Casi isolati? Anomalie infrequenti? Per niente, purtroppo.
Mamme che propinano ai loro bimbi miscugli improbabili – e decisamente poco “omeopatici” – che, quando va bene, arrivano al 25% del risultato sperato.
Talvolta, purtroppo, l’esito è sfavorevole, ma quante persone, forti del detto “se non fa bene, non fa neanche male…”, continuano imperterrite sulla loro strada?
Qualche esempio? Alcuni anni fa, una signora mi telefonò dicendomi che, tutte le volte che somministrava al piccolo di 18 mesi il tubo-dose di un certo prodotto omeopatico, venduto come “in grado di potenziare le difese immunitarie”, il malcapitato pargolo sviluppava – nel giro di due ore – una febbre sui 38.5-39°C. Le chiesi quanto gliene avesse dato e per quante volte: “Ho iniziato quasi 3 mesi fa e gliene do un tubetto alla settimana: sì, ieri, gli ho dato il decimo tubo…”. Mi giunse spontaneo porle un’ulteriore domanda: “Ha bisogno dell’undicesima reazione febbrile per rendersi conto che, forse, quel prodotto NON è adatto a suo figlio?”.
Qualcuno sostiene che, se non fa bene, l’Omeopatia non fa neanche male. Vi racconto un aneddoto personale, poi… giudicherete Voi!
Diversi anni fa, venne da me una signora per alcuni – piccoli – disturbi: seguivo già il suo bambino e lei si destreggiava molto bene nell’uso dei prodotti omeopatici.
Dopo un lungo colloquio e la valutazione degli esami del sangue effettuati, le prescrissi Magnesia carbonica alla 30 CH, con notevole miglioramento dei sintomi.
Qualche mese dopo, la signora mi telefonò dicendo che “sentiva il bisogno di aumentare un po’ la potenza del rimedio”: sapevo che, nonostante le mie raccomandazioni in senso contrario, consultava spesso dei libri di omeopatia e, benché poco convinta, le dissi di prendere una monodose di Magnesia carbonica 200 CH e di richiamarmi dopo qualche giorno.
Si rifece viva dopo qualche mese: invecchiata e dimagrita, aveva il colorito e i capelli spenti.
Sembrava un’altra persona.
Mi disse di avere preso il rimedio alla 200 CH per alcune settimane e, visto il peggioramento dei sintomi, di essere passata alla 1000 CH. Già, quella che doveva essere una “unica assunzione” era diventata un trattamento di “diverse settimane” e, alla fine, la signora si era autoprescritta una dose ancora più potente e, cosa ben peggiore, l’aveva assunta per un periodo altrettanto lungo prima di decidersi di richiamare.
Parlando, la signora mi porse il flaconcino con i granuli e, a quel punto, fui io a sbiancare: Magnesia “chlorata”, quando io avevo prescritto “carbonica”.
All’epoca, non usavo ancora le cartelline elettroniche per la raccolta dei dati, ma non c’erano dubbi: sulla scheda stava proprio scritto “carbonica”! Rispedii a casa la signora, affinché controllasse il foglietto della prescrizione: sì, effettivamente, io avevo scritto “Magnesia carbonica 30 CH”, ma lei, parlando per telefono con il Farmacista, si era confusa con il rimedio del figlio e aveva chiesto “Magnesia chlorata 200 CH”; all’aggravarsi dei sintomi, poi, aveva rincarato la dose ordinando, e assumendo!, “Magnesia chlorata 1000 CH”.
Cari Amici, per favore, non maltrattate Voi stessi ed i Vostri Bambini con improbabili esperimenti terapeutici: “omeopatico” non è sinonimo di “innocuo”.
Questa tiritera dell’Omeopatia che “se non fa bene, non fa neanche male” non è esattamente una verità.
Se un prodotto provoca “qualcosa”, il qualcosa-provocato può essere negativo o positivo. Neutro, mai.
Nemmeno l’acqua è innocua: bevendone un numero sufficiente di litri in poche ore, si può anche morire!
Non inviatemi, per favore, mail per chiedere consigli riguardo questa o quella patologia, riguardo questo o quel rimedio: nessuno Specialista serio – si tratti di un Medico per Umani o di un Medico per Animali – Vi darà mai una risposta senza avere prima visitato il Paziente, valutato l’intera storia clinica e gli eventuali esami effettuati!
Solo Maga-Maghella può consultare la sfera di cristallo e, senza saper nulla del Malato, proporre terapie appropriate ed efficaci!
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