Sono sempre stata affascinata dai miti e dalle leggende dei Paesi più diversi, lontani da noi nel tempo e nello spazio, ho sempre amato le storie “da filò” che la Zia Carmela e Mamma Milena mi raccontavano da ragazzina.
Da piccolina, pensavo che le persone potessero davvero volare a cavallo d’un manico di scopa, ero convinta che, nelle notti di plenilunio, i lupi mannari lasciassero le loro case per ululare alla luna e correre tutti insieme lungo l’argine dell’Adige.
Cresciuta, ho iniziato a pormi delle domande e mi sono iscritta al liceo classico, dove ho avuto la possibilità di studiare i miti Greci e Romani e, soprattutto, di scoprire l’esistenza di altre storie e di altri libri da cui trarre informazioni.
Nel corso degli anni, ho letteralmente saccheggiato la biblioteca del paese e quella della circoscrizione del centro-città e sono arrivata alla conclusione che vampiri, fantasmi e lupi mannari … esistono veramente!
La fantasia popolare, per dare un nome a determinate condizioni mentali e fisiche, per designare una certa patologia usando termini semplici ed accessibili a tutti, ha creato delle storie, dei miti, che, ad un certo punto, hanno perso la loro connessione immediata con la “cosa” per cui erano stati inventati ed hanno iniziato a vivere di vita propria.
Qualche esempio?
Dietro i lupi mannari si nascondono benissimo le persone sofferenti di asma, che, in epoche e luoghi in cui non erano disponibili né rimedi omeopatici né cortisone, “ululavano” alla luna respirando affannosamente e strappandosi gli abiti dal collo nell’illusione di far entrare così un po’ d’aria nei loro polmoni contratti. Gli stessi asmatici, aggrappandosi a tutto ciò che trovavano, “segnavano” con le unghie porte e muri.
Guardando un po’ oltre le coloriture tipiche delle leggende e delle storie tramandate oralmente senza conoscerne l’origine, non è difficile scorgere i portatori di porfiria dietro i vampiri o l’uso di unguenti a base di aconito e belladonna nei “voli” delle streghe.
I “vampiri”, quindi, esistono davvero e, avendo dimensioni diverse, hanno, purtroppo per noi, diversi modi per manifestarsi.
Quand’ero ragazzina, le zanzare attaccavano gli umani al tramonto del sole.
A Kiremba, i problemi si ponevano la sera, quando dovevo uscire dopo il tramonto, e durante la notte, quando i malefici insetti cercavano riparo dal fresco-fresco delle ore notturne negli angoli bui dei reparti di degenza: quando una porta veniva aperta, nuvolette nere di piccoli vampiri si infilavano negli stanzoni resi caldi-caldissimi dal calore di tanti corpi sudati ed ammassati.
Negli ultimi anni, la cosiddetta zanzara-tigre ha invaso anche la pianura padana, mentre, a quando pare, quest’anno abbiamo avuto il (dubbio) piacere di far conoscenza con la “zanzara del Nilo”.
Le due specie sono diverse, ma il risultato è uno solo: non abbiamo più scampo.
Né di giorno né di notte.
Le maledette pungono e succhiano, incuranti delle buone maniere (le “nostre” zanzare, quelle della mia lontana infanzia, per intenderci, erano beneducate e rispettavano l’orario dei loro pasti, limitando banchetti ed abbuffate alle ore immediatamente seguenti il tramonto del sole).
Esiste anche un’altra “famiglia” di “vampiri”, di piccoli esseri che campano succhiando il nutrimento (e, per estensione, “il sangue”) direttamente dall’intestino degli umani: i vermi.
Negli ultimi anni, sempre più spesso ho avuto il sospetto che i miei Bàmboli potessero soffrire per un’infestazione da ossiuri e sempre più spesso, purtroppo, le Mamme, opportunamente allertate, hanno visto i piccoli vermicelli nelle feci dei bambini (e talvolta anche in quelle degli adulti della famiglia…).
Il trattamento – tradizionale, fitoterapico od omeopatico – dell’ossiuriasi (come di qualunque altra patologia, del resto) non può essere improvvisato né consigliato dalle pagine di un giornale o da un blog: deve essere seguito da un Medico. Sempre e comunque.
Però… forse c’è qualcosa che possiamo fare per prevenire gli “assalti” e per “aiutare” trattamenti più profondi e radicali…
Secondo la tradizione popolare, i vampiri si combattono … con l’aglio, appunto!
L’aggiunta di aglio ai cibi che lo consentono (non penso sia molto opportuno metterlo in una torta…) cambia l’odore della nostra pelle, rendendola meno “appetibile” per le zanzare, mentre il suo potere disinfettante aiuta a “ripulire” l’intestino ed a creare un ambiente inadatto ad ospiti non-desiderabili.
L’estate è già quasi finita, ma l’aglio può esserci utile anche per tenere lontani, oltre agli ossiuri (che non hanno stagionalità e infestano in ogni periodo dell’anno) anche un’altra sorta di vampiri, che non succhiano direttamente il sangue, ma “prosciugano” le nostre energie e risorse: le malattie dell’inverno.
La scorsa settimana, ho visto due dei miei Bàmboli più sani, due fratellini che ho visitato l’anno scorso a settembre e di cui non ho più avuto notizie per ben dodici mesi!
Quando ho chiesto alla Mamma come avessero trascorso l’inverno i due bimbi, mi sono sentita rispondere: “Benissimo! Abbiamo seguito il suo consiglio: per evitare che i piccoli si riprendessero i vermi, ho dato loro uno spicchio d’aglio tutti i giorni. Non hanno preso gli ossiuri, che hanno infestato alcuni dei loro compagni di scuola, nè i pidocchi e nemmeno il raffreddore e l’influenza!”.
Notevole, no, per due bambini che, l’inverno precedente, avevano avuto più volte l’infestazione da pidocchi ed avevano assunto diverse cure antibiotiche?!?
Questa signora – come altre delle “mie” Mamme – acquista dell’aglio conservato in barattolo, sottolio e con spezie diverse: i bambini ne mangiano gli spicchi come fossero caramelle!
Recentemente, mi sono documentata riguardo alle proprietà antibiotiche ed antivirali di questa pianta: penso che, preparatane una sintesi, pubblicherò qualcosa sull’argomento nelle prossime settimane. Per il momento, vi dico solamente che, nel 1972-73, in occasione della grande epidemia di influenza “britannica”, le popolazioni meno colpite furono quelle che facevano un maggior uso di aglio!
L’aglio è un vero e proprio medicinale naturale, prezioso nella prevenzione delle patologie invernali e nella cura degli stati febbrili (spesso causati da virosi): può essere assunto sotto diverse forme – dallo spicchio “al naturale” allo spicchio sottolio e speziato – ma quella che mi sembra più appetibile ed alla portata di tutti (anche per motivi di…olezzo) è la minestrina all’aglio.
Esistono diverse varianti di questo piatto, reperibili in vari libri (non solo di cucina*!): vi propongo quella che mi è piaciuta di più – la dose è per una persona:
-si mette un fondo (abbondante!) di olio extravergine di oliva in un pentolino e si fanno rosolare due spicchi d’aglio schiacciati
-quando l’aglio è dorato, si alza la fiamma al massimo e si versa una quantità d’acqua fredda sufficiente a coprire gli spicchi stessi
-quando l’emulsione formata da acqua ed olio riprenderà a bollire, si aggiungeranno 50-60 grammi di pastina e si lascerà cuocere
-a fine cottura, si aggiungeranno sale marino integrale (non iodato), un ciuffo di prezzemolo fresco tritato e, volendo, del peperoncino fresco.
La ricetta originale non la prevede, ma io metto anche una piccola quantità di curcuma in polvere.
È una zuppa speciale, il cui ingrediente-base è – ovviamente – l’aglio, ma il cui sapore è decisamente poco…”aglioso”! Provare per credere!!!
E i fantasmi? Dove li mettiamo i fantasmi e, soprattutto, come possiamo difenderci da loro?
É tutto molto semplice: in una fresca, umida e nebbiosa serata autunnale, portatrice di tristi pensieri e di lugubri fantasmi, cosa c’è di meglio d’un buon piatto di spaghetti aglio-olio-peperoncino da condividere in allegria con familiari ed amici?
Scaccia i pensieri ed i fantasmi! Provare per credere!
Foto di Pixabay in Pexels
Note:
*Aufiero F., Pentassuglia M. – Il ruolo nutrizionale e terapeutico degli alimenti. International Printing Avellino, 2010
già da un bel pò di tempo uso la zuppa di aglio,però,solamente quando si ammala qualcuno: funziona veramente!!! adesso, la proverò come prevenzione .grazie mille!!
…ed è pure buona-buona, giusto per non dire OTTIMA!!!, o no? provare per credere!