-Lei mi può preparare un regime alimentare personalizzato? so che segue la Bio Terapia Nutrizionale… ma … non potrebbe darmi un esempio di dieta? Che so… una cosa un po’ … generica, un po’… standard?
Bella domanda. E domanda che mi viene spesso rivolta dalle persone.
Premessa: sono convinta-convintissima che nessuna terapia (“tradizionale”, omeopatica o fitoterapica che sia) possa funzionare “al meglio” se non inserita in un contesto di “miglioramento del terreno”, cioè in una situazione in cui la persona ha deciso di “volersi bene” praticando un po’ di attività fisica, dormendo per un adeguato numero di ore e… mangiando in maniera corretta!
La domanda d’una “dieta standard”, però, mi mette in difficoltà.
Già. Per me, non esiste una “dieta standard” e, infatti, per ogni paziente elaboro una “proposta dietetica” personalizzata, formulata in modo da tener conto di… tutto quanto!
Già, oltre a chiedere notizie delle loro possibili patologie (pregresse o in atto) e delle terapie in corso, chiedo ai miei Pazienti dove consumano i loro pasti (a casa, in mensa, al bar, alla scrivania…), cosa mangiano e con chi condividono il pasto: se si mangia in compagnia e tutta la famiglia segue la “stessa” dieta, è più facile seguire le indicazioni!
“Stessa” dieta.
Perché le virgolette?
Perché, in genere, quando un’intera famiglia segue il regime alimentare proposto per un congiunto, cerco di offrire qualche possibilità di variazione in più, in modo che nessuno si senta “sacrificato”.
Durante la visita, chiedo al mio paziente quali siano non solo le sue allergie ma anche quali siano le sue appetenze o, al contrario, le sue avversioni, i cibi che proprio non riesce nemmeno a pensare di mangiare.
Stabilito cosa la persona vuole/non vuole e cosa “vorrebbe proprio”, valutato quali sono gli alimenti da evitare o da inserire per motivi di salute (la zuppa di cipolle o il brodo di carne, per esempio, non sono una cena adeguata per chi lamenta un reflusso gastro-esofageo, mentre il pesce fritto non è davvero consigliato a chi soffre di diarrea…) e in quale quantità, preparo una “tabella di marcia” spalmata su sette giorni.
Spiego alle persone che possono cambiare l’ordine dei giorni, ma devono assolutamente mantenere l’abbinamento pranzo-cena.
Patologie, eventuale sovrappeso, terapie farmacologiche in atto, stagionalità, appetenze/avversioni personali…: tutto questo deve essere ponderato per fornire indicazioni che siano chiare, appetibili e non complicate da seguire!
Logico che i diversi “abbinamenti alimentari” risultino assolutamente personali.
Però… se una persona non ha alcuna patologia in atto, non è sovrappeso, non pratica lavori particolarmente pesanti né attività sportiva a livello agonistico… qualche indicazione “generica” per “mangiar bene e vivere meglio” si può anche azzardare!
Non mi stancherò mai di ripeterlo: “seguire un corretto regime alimentare” non significa “mangiare cibi insipidi” o “essere costantemente affamati”!
Vuoi provare a modificare un po’ la tua alimentazione seguendo le mie indicazioni?
Per ricevere la tua dieta “per mangiar bene e vivere meglio” (generica, non personalizzata), clicca qui e passa al questionario:
Ti ricordo che un regime alimentare “personale” deve tener conto anche delle patologie in atto e delle terapie che la persona sta prendendo: una dieta-standard può non essere adatta a chi è malato o a chi prende farmaci.
Foto di Shameel Mukkath in Pexels