Realtà? La Realtà ha dei Confini delimitabili? Forse sì o forse no. Vediamo un po’…
È un tranquillo pomeriggio d’estate, un sabato come tanti: in Maple Street, qualcuno prepara il barbecue, qualcuno passa il tosaerba sul prato, i bambini giocano e le casalinghe si scambiano pettegolezzi al di sopra delle siepi.
Un rumore improvviso e un lampo di luce attraversano il cielo: non è chiaro di cosa si tratti e ognuno ha una sua congettura da proporre.
Un meteorite. Un disco volante. Uno sbalzo nei fili dell’elettricità.
Poi la gente inizia ad accorgersi che qualcosa non va. Qualcosa non va? Mah… tutto, direi, non va più.
Il tosaerba si è bloccato.
Le automobili non vanno in moto.
I telefoni sono muti.
Dalle radio prima accese ora esce solamente… un silenzio di tomba.
Le persone iniziano a interrogarsi:
-Che succede? La mia radio si è bloccata…
-Il telefono… il telefono è muto. Il centralino non risponde! Che succede?
Il signor Van Horn, che abita qualche casa più in là e il cui cortile confina con Floral Street, esclama:
-Ora vado a casa. Vi saprò dire come sono là le cose. Torno subito.
Mentre l’uomo si allontana, altre due persone propongono di andare al municipio, ma un ragazzotto li ferma:
-No, non andate! Loro non vi lascerebbero passare! Non riuscireste a passare!
Ne segue una discussione e il giovane Tommy spiega d’avere letto in un fumetto che “i mostri stanno arrivando”! secondo lui, sarebbe in corso un’invasione di alieni: alcuni “finti esseri umani” vivrebbero già nel quartiere da anni e starebbero preparando l’arrivo degli altri…
Gli abitanti di Maple Street sono terrorizzati: si sentono isolati, abbandonati, facile preda di esseri mostruosi che stanno arrivando dallo spazio…
…e subito dopo iniziano a cercare “il mostro” tra loro! Qualcuno inizia ad additare la coppia che per ultima in ordine di tempo si è trasferita nel quartiere: la loro automobile si è riaccesa e… i “mostri” non possono che essere loro!
L’uomo riesce a calmare gli animi, ma uno degli altri abitanti, il signor Charlie, è davvero molto agitato e, per giunta, da ore sta scolando una bottiglia di birra dopo l’altra:
–Sì, il mostro sei tu! – strilla additando uno dei suoi vicini – no… no, anzi, sei tu, guarda, la tua casa ha ora le luci accese…
Qualcuno porta un fucile e il signor Charlie se ne impadronisce: nel buio, si ode uno scalpiccio che risuona nel gran silenzio. Qualcuno si sta lentamente avvicinando.
I passi si fanno più distinti, un’ombra di muove nell’oscurità… e Charlie spara. Un colpo di fucile, e la figura cade a terra. Il signor Van Horn, quello che era andato a casa a valutare la situazione, non si muove più: è morto.
A questo punto, gli abitanti di Maple Street se la prendono con colui che ha sparato: un inseguimento, il lancio di sassi e di un mattone che lo coglie di striscio, facendolo sanguinare…
Il signor Charlie, ubriaco di birra e di paura, strepita che il ragazzo, quello che per primo ha parlato di mostri e di alieni, è bene informato perché… è uno di loro!
Qualcuno cerca di calmare le acque, di far ragionare la piccola folla di scalmanati inferociti, ma ormai la situazione è fuori controllo.
La telecamera si allontana: in lontananza, si vede Maple Street malamente illuminata e invasa da gente – i suoi stessi abitanti – che corre da tutte le parti, strillando a più non posso; in primo piano, ci sono un’astronave chiaramente extra-terrestre e due astronauti alieni. I due personaggi parlano tra loro:
-Capito il procedimento? Basta fermare un paio di macchine, la radio, i telefoni e le falciatrici, lasciarli al buio per qualche ora e poi… basta stare a guardare.
-E il comportamento è sempre lo stesso?
-Con poche varianti, sì. Scelgono il nemico più pericoloso che conoscono: se stessi. Noi dobbiamo solo stare a osservare.
-Se ho capito bene, questo posto, questa Maple Street non è unica…
-No di certo! Il loro pianeta ne è pieno. E noi andremo dall’una all’altra e lasceremo che si autodistruggano. Dall’una all’altra… dall’una all’altra…
Già, per conquistare la Terra, non sono necessarie armi come le bombe o il raggio della morte.
Le armi possono anche essere pensieri, pregiudizi, che si trovano nella mente degli uomini.
I pregiudizi possono uccidere.
Il sospetto può distruggere.
La ricerca insensata di un capro espiatorio può travolgere come una catastrofe gli adulti e i bambini e anche i bambini non ancora nati.
L’aspetto terribile di tutto ciò è che queste cose non accadono soltanto ai Confini della Realtà…
“Twilight Zone” o “Ai Confini della Realtà”, una serie televisiva statunitense di fine Anni Cinquanta-inizio Anni Sessanta, che ho ritrovato su YouTube.
Ai Confini della Realtà? Forse…