A proposito di …. uova – prima parte

 Uova… uova… uova…
ricche di proteine, quindi adatte ai ragazzi in crescita… ricche di colesterolo, quindi controindicate nell’alimentazione degli ipercolesterolemici… uova, allergizzanti… uova, temibili nemiche del benessere del fegato… uova, ottime per gli sportivi che vogliono aumentare la loro massa muscolare….
…. ma che sia tutto vero????
…uhm…
Tante dicerie legate alle uova sono assolutamente false e così pure altrettante “verità”, purtroppo!

Uova acquistate al mercatino “km zero”, uova prese al “negozio bio”, uova regalate dalla Nonna, che vive in campagna ed ancora ha il pollaio, uova comprate al supermercato e “marchiate” con una sigla…

Come Medico Omeopata, considero l’alimentazione assolutamente essenziale per il benessere delle Persone: ogni tanto, in studio, parlo con le “mie Mamme” anche delle sigle che contraddistinguono i diversi tipi di uova e mi stupisco sempre quando mi rendo conto che tanta gente non conosce il significato di questa sfilza di lettere e numeri.

A questo punto, penso sia doveroso parlare proprio di questo argomento!

Quand’ero bambina, sul retro della casa, c’era il pollaio: la mattina, la mia Mamma apriva la porticina e faceva uscire le galline, mentre la sera, dopo il calare del sole, si accertava che tutte fossero rientrate e sbarrava la porta, per evitare che i topi le uccidessero.
Lasciate libere durante il giorno, le galline razzolavano e divoravano di gusto i grassi lombrichi, che  riuscivano ad estrarre dal terreno, gli insetti, qualche radice, tante foglie verdi. Mangiavano volentieri anche gli avanzi della cucina: gli scarti dell’insalata o di altre verdure, le briciole di pane o di polenta, il riso e la pasta, ma si contendevano, soprattutto, i pezzetti di grasso del salame, le cotiche della pancetta e il grasso del bollito.
Di tanto in tanto, la Mamma dava alle nostre galline anche delle granaglie, che conservava in un gran sacco; gliele dava, però,  malvolentieri, sostenendo che quello non era il cibo migliore per i nostri polli, ma che, soprattutto in inverno, quando il terreno era gelato ed i lombrichi imboscati in attesa di temperature più favorevoli… bisognava accontentarsi…
E, infatti, i pennuti s’accontentavano ed ingurgitavano il polveroso alimento senza troppe lamentele.
Adesso, purtroppo, sembra che “l’essere nutrite con cereali” sia una sorta di “garanzia di qualità”, e per i polli e per le uova da questi prodotte!

Comunque, tornando alle nostre sigle, su ciascun uovo possiamo leggere:

Tipo di allevamento

Sigla Nazione

Codice Comune

Provincia

Allevamento

0

IT

999

VR

999

 Il primo numero identifica il tipo di allevamento, mentre la sigla seguente ci dice in quale nazione (IT), in quale comune (codice ISTAT), in quale provincia (Verona) ed in quale allevamento è stato prodotto l’uovo. Quindi, come dice una delle mie Mamme, mancano solo il nome ed il numero di cellulare delle gallina che ha deposto l’uovo!
La cosa più importante da valutare, però, è il primo numero, che si riferisce al tipo di allevamento:
0=biologico
1=all’aperto, ma in maniera “intensiva”
2=a terra
3=in gabbia (o batteria)
.

Le uova contrassegnate dal n.3 sono, quindi, assolutamente da evitare: le galline sono chiuse in gabbie, con uno spazio minimo per muoversi. Luci elettriche scandiscono le loro ore di “giorno” e di “notte”, di sonno e di veglia. Le uova vengono deposte direttamente nella macchina preposta alla raccolta.

Anche le uova marchiate “2” sono da evitare: le galline che le depongono vivono in capannoni, in spazi non propriamente “ampi”. Depongono le uova sul pavimento o in nidi.  Neppure loro vedono mai la luce del sole.

Neanche le uova contraddistinte dal n.1 sono raccomandabili: le galline vivono in capannoni sovraffollati e, al mattino, viene loro aperta una finestrella, in modo che “abbiano accesso ad un ambiente esterno”. Ambiente che difficilmente animali nati all’interno del capannone stesso  si arrischiano a raggiungere…

Lo “0” indica le “uova biologiche”, deposte da galline che beneficiano di un riparo “all’esterno” del capannone, mangiano “anche” piante ed il cui cibo è costituito “almeno per il 90%” da “elementi biologici”, con soia limitata al 16% massimo. Nello spazio loro riservato, queste galline possono muoversi un po’ meglio, rispetto alle loro “colleghe non bio”, ma la loro situazione non è certo l’ideale!
I polli della mia infanzia, infatti, che secondo la Mamma erano comunque “un po’ sacrificati”, erano liberi di passeggiare e di razzolare nel piccolo appezzamento di terreno situato dietro la casa: molto più fortunati di loro erano gli animali “da uova” che vivevano nelle fattorie e nelle corti di campagna! Nutriti con gli avanzi della cucina e con gli scarti delle verdure, razzolavano allegramente, strappando dal terreno radici e lombrichi, saltellando e svolazzando a loro piacimento e producendo “uova vere”, dal “sapore vero”.

Uova in vaschetta

Foto di Daniel Reche in Pexels

 

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