A proposito di… “solidarietà familiare”

Marco ha poco meno di 4 anni e frequenta il 1° anno della Scuola Materna.

È un bambino vispo e vivace, che ama i dolci, anche se a casa ne trova davvero pochi. Ama, soprattutto, il cioccolato, i biscotti al cioccolato, le torte al cioccolato e… tutto ciò che è cioccolatoso.
Un giorno, dopo avere mangiato un cioccolatino, Marco corre in bagno per un bisogno proprio improvviso.

L’episodio viene presto dimenticato, ma, un paio di giorni dopo, Marco mangia un altro cioccolatino e… non riesce a trattenere le feci!

A quel punto, nella mia testa, tante piccole tessere si ricompongono in un quadro-mosaico di senso compiuto: Marco – il mio piccolo, bellissimo e simpaticissimo bimbo – è intollerante “anche” al cioccolato! Già, lui e Franco, il mio bambino più grande, hanno dei problemi con le proteine del latte e, adesso, si è aggiunto il cioccolato.

Parlo al piccolo della mia “intuizione” e gli raccomando di non prendere cioccolato a scuola, in modo da capire cosa sta succedendo e valutare il da farsi.

Marco – come già Franco prima di lui – frequenta la Scuola Materna del Pestrino, nella classe di Daniela e Paola, due Maestre meravigliose, sempre attente ai problemi dei lori Bimbi, due veri Angeli Custodi!
E sono, infatti, proprio Paola e Daniela a chiedermi cosa sta succedendo al piccolo Marco, che “prima rifiuta il cioccolato e poi cova con gli occhi i compagni che lo mangiano”: spiego, quindi, la situazione, aggiungendo che, da quando il nostro giovanotto non prende cioccolatini, la sua funzione intestinale sembra essere tornata alla normalità.

Conveniamo che, a questo punto, è opportuno togliere qualunque tipo di cioccolato dalla dieta del bimbo.

Per due anni, due interi anni, Marco non tocca più il cioccolato.

Lui, per quel che lo riguarda, è bravissimo: quando qualcuno gliene offre, ringrazia e spiega che a lui il cioccolato fa “davvero male”.
A scuola, le Maestre Paola e Daniela fanno in modo che, quando ci sono i compleanni, Marco riceva solo le caramelle, dividendo i cioccolatini tra gli altri bimbi.

Noi, come famiglia, cerchiamo di essere solidali in tutti i modi: il cioccolato viene bandito dalla nostra dispensa, i cioccolatini non varcano più la soglia di casa nostra, mentre le torte sono tutte – rigorosamente – con la marmellata o con la crema pasticcera (al latte di riso).

Ogni  tanto, quando esco per fare spese, porto con me Franco  e prendo per lui una barretta di buona qualità; mentre lo guardo gustarla con calma, gli ricordo che siamo una Famiglia e che, tra di noi, dobbiamo essere solidali: se uno dei membri del nostro Clan ha un problema, gli altri – più fortunati – devono aiutarlo a superarlo.
Franco annuisce: se il suo fratellino non può mangiare il cioccolato, sarebbe davvero una cattiveria slurparselo sotto il suo naso!

Un’anziana parente esordisce – un giorno – con un “poverino-tu-che-non-puoi-mangiare-il -cioccolato-e-nemmeno-i-formaggini…”….
-POVERINO? – tuono immediatamente io – Marco non è un “poverino”, nessuno è “poverino” perché non può mangiare un po’ di cioccolato o del formaggio! Si è “poverini” per ben altre cose, nella vita!

E la faccenda del “poverino-tu” rientra immediatamente.

Dopo due anni, decido di dare a Marco del cioccolato: a Pasqua, gli do un intero uovo di “fondente”, dicendogli che “può mangiare tutto quel che si sente”.

La mia speranza è che faccia una solenne indigestione, in modo da iniziare a odiare il nero elemento.

Niente da fare, niente indigestione!

…e così andiamo avanti per altri due anni: ogni quattro mesi, offro al mio ometto una certa quantità di cioccolato fondente, che lui tollera abbastanza bene.

Sono ormai trascorsi oltre dieci anni, da quei giorni lontani: Franco e Marco sono due giovanotti, non tollerano il latte vaccino e i suoi derivati, ma, ogni tanto, Franco mangia del cioccolato, mentre Marco preferisce altre cose.

Della nostra “odissea cioccolatosa” spero sia loro rimasto il senso dell’appartenenza al Clan, il senso di responsabilità e di lealtà verso un membro “meno fortunato” della Famiglia (ieri), della Comunità (oggi) e del Mondo (domani): se questo messaggio è “passato”, penso d’avere portato a termine almeno una piccola parte del mio compito di mamma….

Mani

Mikael Blomkvist in Pexels

Questo articolo ha 5 commenti.

  1. Roberta Isalberti

    Grazie Dottoressa, questa bellissima testimonianza personale ci motiva nella nostra lotta quotidiana alle intolleranze…cioccolatose! Buona giornata!

    1. Teresa

      Siamo tutti nella stessa situazione: se ci facciamo coraggio e snobbiamo i prodotti proposti dalla pubblicità, preferendo quelli più genuini di produzione artigianale e locale, magari riusciamo a migliorare le cose! certo, l'”artigianale” è più caro, ma, a quel punto, penso valga la pena del far valere la logica del “poco ma buono” (vedi “Fuga dal Natale…..”). Intanto… BUON NATALE A TUTTI!

  2. isabella

    Giusto! Il messaggio del “poco ma buono” deve diventare il motto di tutte le mamme!! …dopotutto spendere per la salute e’ un investimento, non un costo! Grazie e Buon Natale anche a lei!

  3. Linda

    Bella testimonianza per noi che leggiamo ma soprattutto per i piccoli grandi membri della vostra tribù! Linda

  4. francesca

    Leggo solo ora…quanta verità nelle sue parole… il “poverino” è ormai uno status symbol dei miei figli…ma che noi, come famiglia portiamo con grande onore…. il mio Alessandro è orgogliossimo di essere “allergico”come dice lui al latte vaccino come il suo pappone…. Bello non sentirsi sole…grazie Dottoressa….

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